Non serve essere esperti d’arte per aver sentito parlare di Auguste Rodin (Parigi, 1840 – Meudon, 1917). Il fatto è che lo scultore francese raccoglie consensi nel nostro Paese fin dal 1901, anno in cui la Biennale di Venezia ospitò la sua sala personale. La sua rilettura del michelangiolismo – specialmente nell’aspetto del non-finito – e della statuaria antica colpirono moltissimo gli scultori italiani.
La narrazione di questo retaggio, fatto di citazioni, rielaborazioni e omaggi più o meno consapevoli all’arte del maestro è al centro della mostra curata da Stefania Frezzotti, che si incarica di offrire una selezione di opere di ispirazione rodiniana.
Il nucleo più nutrito proviene dalle collezioni della stessa Galleria Nazionale d’Arte Moderna, da Medardo Rosso – ammiratore e allo stesso tempo rivale di Rodin – a Boccioni, le opere dei quali sono regolarmente esposte nella collezione permanente. Dai depositi sono emersi per l’occasione tesori come la Testa di donna di Emilio Quadrelli, Gli amanti di Giovanni Prini, scultura quest’ultima che ricalca tanto nella posa quanto nella composizione Idolo eterno di Rodin. Così come il Farinata degli Uberti di Carlo Fontana non può non ricordare la reinterpretazione dell’Inferno dantesco che lo scultore francese pose al centro delle sua Porta dell’Inferno.
Da altre collezioni pubbliche e private sono giunti capolavori come Donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, paragonabile all’Iris messaggera degli dei nella posa contorta e nella volumetria del corpo o come una serie di eterei bassorilievi di Libero Andreotti, provenienti dalla Gipsoteca a lui intitolata. La presenza di Arturo Martini si scava immediatamente una nicchia all’interno del percorso espositivo per merito della forza e della grazia ieratica delle opere scelte, tra cui La lupa ferita, esemplata dalla posa del conte Ugolino della Porta dell’Inferno.
Eccezioni nella selezione dei lavori in mostra sono le opere di due stranieri: il croato Mestrovic e l’austriaco Klimt, i disegni del quale rendono evidente l’influsso di Rodin, di cui pure sono in mostra disegni su carta appartenenti al museo.
Il racconto delle influenze di Rodin dà quindi l’avvio a un coltissimo gioco di rimandi e citazioni che renderebbero indispensabile l’approfondita conoscenza di tutta l’opera dello scultore francese per essere apprezzati appieno. In questo caso la concomitanza con la mostra Rodin, il marmo, la vita presso le Terme di Diocleziano rappresenta una felice coincidenza, sicuramente calcolata nella costruzione del progetto.
Dispiace, tuttavia, che pezzi tanto validi e poco conosciuti debbano attendere un’occasione come questa per guadagnarsi “un posto in sala” e, forse, data la grande abbondanza di opere della collezione e la scarsità di risorse in cui versano tutti i musei statali, potrebbero continuare ad alimentare un nuovo corso nel segno della ricerca e dell’approfondimento.
Chiara Ciolfi
Roma // fino al 18 maggio 2014
D’après Rodin
a cura di Stefania Frezzotti
Catalogo Electa
GNAM
Viale delle Belle Arti 131
06 32298221
[email protected]
www.gnam.beniculturali.it
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