El Greco, pittore del visibile e dell’invisibile
Museo di Santa Cruz, Toledo – fino al 14 giugno 2014. La prima grande antologica mai dedicata al El Greco. Settantasei capolavori del pittore cretese, provenienti da tutto il mondo, sono per la prima volta riuniti per offrire una visione attualizzata dell’opera di uno degli artisti più ammirati dalle avanguardie del Novecento.
“Pittore del visibile e dell’invisibile”: così definisce El Greco il curatore della mostra Fernando Marias – storico dell’arte, figlio del filosofo Julian Marias e fratello del celebre scrittore Javier – con la chiara volontà di capovolgere i topos sull’artista che a Toledo visse per 37 anni (dal 1577 alla morte nel 1614) ma che nei secoli successivi cadde nell’oblio.
“A cento anni dalla sua prima biografia (1914)”, spiega Marias, “sono apparsi oltre cinquecento documenti, molti scritti di suo pugno, e molte opere realizzate prima del soggiorno toledano, a Creta, Venezia e Roma, i cui studi ribaltano la percezione storica del pittore. Fino agli anni Settanta si trattava di un artista in bianco e nero, come la patina scura che copriva le sue opere. Dopo i restauri, le tinte sgargianti hanno svelato la natura autentica di un artista affatto laconico e mistico, ma dotato di un’eloquenza tanto intensa come il colore degli abiti dei santi e delle madonne che ritrae”.
Nonostante la crisi, e grazie agli sforzi della fondazione pubblica presieduta da Gregorio Maranon, con l’85% di sponsorizzazioni private, Toledo è riuscita ad imporsi quale centro nevralgico delle manifestazioni per il IV centenario della morte di El Greco. Evento imperdibile è proprio questa mostra al Museo di Santa Cruz, gioiello dell’architettura rinascimentale spagnola, dove sono raccolte opere provenienti da 11 Paesi e 31 città, per un totale di 45 prestiti, di cui 23 stranieri. Hanno ceduto i loro capolavori musei come il Prado e il Thyssen-Bornemisza di Madrid, ma anche il Monastero dell’Escorial, quello di Santa Maria di Guadalupe, il Museo nazionale di Cataluna, il Bellas Artes di Sevilla e la cattedrale di Palencia, oltre a numerosi collezionisti privati, spagnoli e non. La mostra, però, è resa ancor più straordinaria dalla presenza di opere di El Greco provenienti dagli Stati Uniti (14 in totale, tra cui le due bellissime tele della Washington Gallery originariamente dipinte per la Cappella di San José a Toledo); dalla Grecia, punto di partenza dell’arte di Domenico Theotokopoulos ispirata alle icone bizantine, ma anche dalla Francia, dall’Ungheria, dalla Svizzera (l’intenso ritratto della scultore Pompeo Leoni, collezione privata di Ginevra), da San Pietroburgo e dalla Gran Bretagna, come la misteriosa e modernissima Dama dell’ermellino, dall’attribuzione ancora discussa.
Dall’Italia sono stati inviati il Trittico di Modena, un gioiello di alta maestria in miniatura, dipinto su recto e su verso con scene della vita di Cristo, che dalla Galleria Estense fu trafugato nei primi anni Novanta dalla mala del Brenta e restituito un anno dopo dallo stesso Felice Maniero; Il ragazzo che accende una candela di Capodimonte (El soplòn) e la piccola tavola di Cristo guarisce il cieco, proveniente dalla Galleria Nazionale di Parma, dipinta a Roma per i Farnese e di chiara ascendenza manierista. Palazzo Barberini ha ceduto infine i bellissimi Adorazione dei pastori e Battesimo di Cristo.
Il percorso espositivo è integrato da cinque visite imprescindibili fuori dal museo, in altrettanti “Spazi El Greco” sparsi per il centro storico di Toledo. La sacrestia della cattedrale, con il famoso Expolio di Cristo; la chiesa di San Tomé con il celeberrimo Seppelimento del signore di Orgaz e il convento di San Domenico l’antico, primo commissione dell’artista a Toledo (1577-78). Fra questi, da non perdere è la Cappella di San José, annessa a un palazzo nobiliare e per la prima volta aperta al pubblico dopo oltre 400 anni. Il San Giuseppe dell’altare dipinto dal Greco a grandezza naturale, è un giovane padre che tenta di confortare un Gesù dodicenne, abbracciandolo con uno sguardo commuovente. Qui, come all’Hospital Tavera, El Greco realizzò pale d’altare complete di dipinti e cornici, mostrando doti di artista interdisciplinare, capace di progettare gruppi architettonici in materiali diversi, ispirandosi alle teorie di Vitruvio e di Palladio, maestri che conosceva a fondo attraverso i loro trattati.
Pur non esistendo ancora un catalogo completo delle opere di El Greco oggi conosciute (trecento circa), in questi mesi se ne possono ammirare 125 riunite a Toledo e scoprire a poco a poco l’artista visto nella prospettiva del 2014. El Greco fu un cretese consapevole delle proprie radici culturali; non un pittore ermetico, schivo e religiosissimo, ma un personaggio stravagante, colto e studioso, che amava sì sperimentare nelle arti, ma curava altrettanto gli aspetti commerciali del suo lavoro, conscio della propria modernità frutto dell’apprendistato italiano, tra i grandi maestri veneziani e romani. Un pittore che senza dubbio stupì e fece discutere i suoi contemporanei spagnoli.
Federica Lonati
Toledo // fino al 14 giugno 2014
El Greco a Toledo
MUSEO DI SANTA CRUZ E SPAZI EL GRECO
Calle Miguel de Cervantes 3
+34 (0)925 336725
[email protected]
www.elgreco2014.com
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