Il golfo mistico e intimo di Enrico Tealdi. Nuova pittura italiana
Galleria Il Segno, Roma - fino al 6 giugno 2014. Una pittura atmosferica e intimista, dove le figure sono sospese tra ricordo e invenzione. Enrico Tealdi e la sapienza di una tecnica antica, accanto a nomi come Luca Pignatelli e Alberto Zamboni.
Come, a teatro, la musica sfrutta l’originario raccoglimento nel golfo mistico al bordo del palco per circolare in platea un’impressione di straniante intimità, così la pittura di Enrico Tealdi (Cuneo, 1976) insinua nell’osservatore un sentimento d’inquietudine quasi rassicurante, dove i contenuti figurativo-narrativi – isolati profili umani, abitazioni deserte, vaghi oggetti della memoria – si sciolgono in un indistinto visivo sapientemente controllato.
Sono, quelle di Tealdi, scene di vita minima, intraviste attraverso cortine di luci digradanti o, come negli intensi paesaggi custoditi da legni e vetri fuligginosi, un’oscurità incerta tra notte e ricordo. Tecnicamente molto abile nello sfruttare le fragilità della carta per affievolire ulteriormente i toni già delicati delle composizioni – di una poesia sentimentale, dunque, ma mai ingenua – l’artista piemontese s’insedia in una linea ormai consolidata della nuova pittura italiana (tra Luca Pignatelli e Alberto Zamboni, giusto per fare due nomi) con appartata autorevolezza.
Luca Arnaudo
Roma // fino al 6 giugno 2014
Enrico Tealdi – Golfo mistico
IL SEGNO
Via di Capo le Case 4
06 6791387
[email protected]
www.galleriailsegno.com
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