Icone pop Sixties & Seventies. Terry O’Neill a Roma
Fondazione Roma Museo, Roma - fino al 28 settembre 2014. Sopra, al piano nobile, la mostra di Andy Warhol. Sotto, relegato un poco in secondo piano, l’esposizione di Terry O’Neill. Colui che ha contribuito a diffondere il mito del Pop, dal Regno Unito agli States.
La Fondazione Roma Museo celebra Warhol e i suoi divi, relegando ai piani bassi le Pop Icons del fotografo britannico Terry O’Neill (Londra, 1938). I colori fluo, l’intuito e la mistificazione di Warhol fanno da contrappunto alla più sobria ed elegante retrospettiva di O’Neill che, con la sua visone poetica della bellezza, cattura il day-by-day della Swinging London.
O’Neill vive gli anni d’oro britannici a contatto con le star, riuscendo a impressionare sulla pellicola della sua 35mm istanti intimi, senza mai costruire lo spazio, prediligendo la naturalezza del momento, fermando nel tempo quel clima rilassato e disinvolto dell’epoca. Per sessant’anni ha trafugato attimi della vita di politici, attori, musicisti, da Winston Churchill a Nelson Mandela, da Frank Sinatra ed Elvis a Amy Winehouse, da Audrey Hepburn e Brigitte Bardot a Nicole Kidman, con discrezione, cogliendo la luce della notorietà come nessun altro.
Il fotografo ha reso, con immagini spontanee, la sua visione dell’ottimismo: la predilezione dell’edonismo – di cui la Gran Bretagna si faceva vanto -, la moda, la musica, lo sperimentalismo e la creatività, tutto attraverso i volti dei protagonisti di una rivoluzione culturale acerba ed autentica.
Shooter di successo, ma quasi per caso: all’inizio lavora per la British Airways, all’aeroporto di Heathrow, e approda agli studi di Abbey Road nel 1963, quando scatta la prima foto ai Beatles per il loro album d’esordio Please Please me, pubblicata poi dal Daily Sketch. Si sente fortunato, Terry O’Neill, al posto giusto nel momento giusto. Eppure non è un caso se davanti alla sua macchina, dopo i quattro di Manchester, passano anche i Rolling Stones. O’Neill commenta: “I will never forget the day I spent with the Stones running around London. I got some truly memorable shots, simply because the boys were unknown, and so relaxed. It was as if the camera wasn’t there“.
Ecco il segreto di O’Neill: “Come se la camera non fosse lì”. Le sue foto diventano il passaporto delle nuove band verso la fama, e da Londra a Hollywood il passo è breve. In America allarga la sua collezione di volti del jet-set e il suo diventa un nome di fiducia. Eppure O’Neill continua a sentirsi spettatore più che artista. Afferma: “I want my pictures to tell a story, not sell a story”, proprio mentre il mito Warhol, che oggi monopolizza le attenzioni, compie il suo passaggio da “artista commerciale ad artista d’affare”.
Fa sorridere come anche oggi rimanga in questa esposizione “all’ombra” e “al servizio” della notorietà, come se ancora fosse un osservatore privilegiato della storia pop, proprio lui che con le sue immagini ha contribuito alla creazione del mito, senza provocazioni, con delicatezza e romanticismo, quasi a raccontarne, attraverso il suo personale diario visivo, l’essenza.
Chiara Miglietta
Roma // fino al 28 settembre 2014
Terry O’Neill – Pop Icons
a cura di Cristina Carillo de Albornoz
FONDAZIONE ROMA MUSEO – PALAZZO CIPOLLA
Via del Corso 320
06 6786209
[email protected]
www.mostraterryoneill.it
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