Il bianco di Ettore Spalletti. A Torino
Gam, Torino - fino al 15 giugno 2014. Dolce passeggiare tra le opere di Ettore Spalletti in un non-percorso, uno spazio esteso, liberamente esplorabile, che invita alla contemplazione e alla pace dei sensi. Nella sala adiacente, la luce teatrale del Caravaggio riporta invece a oscure inquietudini.
Atmosfera quieta e accogliente, uno spazio ampio ma racchiuso, visitabile dal pubblico ma allo stesso tempo intimo, una luce diffusa ed eterea che si adagia democraticamente su tutte le superfici riverberando ogni volta in nuovi accordi. Benvenuti nello studio di Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940), o meglio, nella mostra organizzata dalla Gam di Torino che va ad aggiungersi alle due personali di Maxxi e Madre, creando un’ideale mostra-costellazione tra Torino, Roma e Napoli.
Il filo conduttore su cui si gioca la specificità della venue piemontese è quello dello studio dell’artista, non ricreato in maniera pedissequa, ma evocato dalla simile atmosfera che l’allestimento mira a ottenere. Un procedimento quindi di tipo pittorico, che non tende ad alcuna ricostruzione fotografica della realtà, ma alla sua restituzione in maniera sintetica attraverso sensazione e, parola quanto mai fuori moda, sentimento.
Più che le singole opere, sulla cui qualità non c’è da discutere, è l’allestimento il vero motore dell’esperienza di visita, realizzato attraverso una luce che evita volutamente di condensare l’attenzione per rendere l’intera mostra un unico grande evento. Non c’è quindi nulla da vedere in particolare, ma c’è molto da vivere, esperire e percorrere in maniera globale. Si comprende così lo statement di Spalletti nel descrivere il suo luogo di lavoro semplicemente ma significativamente come un luogo dove poter stare bene: “Provo sempre lo stesso entusiasmo a vivere lo studio. Passeggio tra i colori, oppure cerco di cogliere le luci che si modificano attraverso la giornata”.
Le opere attraversano così con libertà un ampio spettro cronologico, dai più lontani disegni a mano libera ai più recenti monocromi bianchi, rosa, azzurri. C’è spazio per opere a parete, lavori architettonici, vere e proprie sculture e oggetti di design. Ma quello che emerge da una raccolta così estesa di opere di Spalletti è come non importi poi tanto se l’oggetto sia collocato a parete o prenda spazio al centro della stanza: è sempre il colore e la sua forma, in un linguaggio in ogni caso coerentemente pittorico, a stabilire il respiro dell’opera.
Accanto alla mostra, in una stanza immersa nel buio e rischiarato da un crudo faretto rettangolare, fa mostra di sé il Ragazzo morso dal ramarro di Caravaggio, in un accostamento non del tutto convincente basato sul tema della luce. In questo caso il tanto ricercato dialogo contemporaneo-moderno sembra poter funzionare solo per estrema antitesi.
Gabriele Salvaterra
Torino // fino al 15 giugno 2014
Ettore Spalletti – Un giorno così bianco, così bianco
a cura di Danilo Eccher
Caravaggio e Spalletti. Incantesimo di luce
Catalogo Electa
GAM
Via Magenta 31
011 4429518
[email protected]
www.gamtorino.it
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