Le fotografie “corrette” di Jan Dibbets. Per i trent’anni di Rivoli
Castello, Rivoli - fino al 29 giugno 2014. L’anno rivolese del trentennale si apre all’insegna della fotografia. O meglio della sua correzione prospettica. Quella dell’artista olandese che presentò l’immagine di una finestra della Galleria Sperone di Torino alla Biennale di Venezia del 1972, citando la nota “Fresh Widow” di Duchamp.
Tra i pionieri dell’arte concettuale, in dialogo con le tendenze dell’arte minimale e i processi dell’Arte Povera, Jan Dibbets (Weert, 1941) ha sviluppato, negli anni, un proprio percorso, autonomo e originale, incentrato sull’indagine del mezzo fotografico. Se, infatti, soprattutto per gli artisti della Land Art la fotografia era la mera documentazione di interventi ambientali effimeri, per Dibbets è lo strumento con cui interrogare la percezione che si ha di uno spazio tridimensionale, per poterla poi riversare su una superficie bidimensionale.
Ne sono esempio le Perspective Corrections, che aprono il percorso di questa imponente retrospettiva al terzo piano del Castello di Rivoli. Realizzate tra il 1967 e il 1969, costituiscono la base di tutta la sua indagine fotografica: registrare l’angolazione adottata per ottenere, attraverso lo scatto, la “correzione prospettica” ricercata, e quindi l’illusione di un quadrato o di un cerchio sul piano dell’immagine. L’allestimento, procedendo per nuclei tematici estratti dai quasi cinquant’anni di attività dell’artista olandese, prosegue concentrandosi sul tema dell’orizzonte, come nella serie Comets, di cui fa parte Comet Land/Sky/Land 6°-72° del 1973, appartenente alla collezione del museo. Qui Dibbets, montando la macchina fotografica su un treppiede e ruotandola progressivamente di alcuni gradi a ogni scatto, ha realizzato una composizione astratta dove cielo e terra si ripetono in una sequenza simile alla forma di una cometa.
C’è, poi, molto di Torino in questa mostra di avvio del programma “europeo” del Castello di Rivoli, pensato per festeggiare i trent’anni dalla sua fondazione. Innanzitutto, Dibbets è stato tra i protagonisti della collettiva inaugurale del museo, dal titolo Ouverture, curata nel 1984 dall’allora direttore Rudi Fuchs. Ma l’artista olandese era già stato nel capoluogo subalpino nel 1971, quando utilizzò una delle finestre dello stabile in cui si trovava la Galleria Sperone, che per prima presentò il suo lavoro in Italia, per realizzare le opere Daylight-Flashlight. Outside Light – Inside Light, sull’alternanza di luce naturale e artificiale, e Shadows on the Floor of the Sperone Gallery, sulle ombre disegnate sul pavimento dalle variazioni temporali. Dibbets è poi tornato a Torino nel 2007 per ricordare, con Omaggio a Sol LeWitt, l’amico scomparso, attraverso un lavoro creato dentro la Galleria Persano. Radicalizzando l’indagine sulla costruzione fotografica e la sua illusoria percezione.
Claudia Giraud
Rivoli // fino al 29 giugno 2014
Jan Dibbets – Un’altra fotografia
a cura di Marcella Beccaria
CASTELLO DI RIVOLI
Piazza Mafalda di Savoia
011 9565222
[email protected]
www.castellodirivoli.org
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