L’iconografia pittorica di Ann Craven (Boston, 1969) attinge da sempre al mondo della natura: i suoi soggetti sono animali, fiori e piante, riprodotti con fedeltà mimetica e sapiente armonia cromatica, quindi moltiplicati in decine di omologhi, simili senza mai essere identici (con un debole per la luna, rifratta in più di quattrocento esemplari). A chiudere ogni serie, però, è una coda astratta: una o più tele a strisce (Stripe, dipinte con i colori rimasti) e la tela usata come tavolozza (Palette).
L’ex magazzino convertito in galleria è una cornice accogliente per la “flora” e la “fauna” dell’artista americana; lo spazio, suddiviso in cinque locali, è arioso, e la luce naturale filtra in abbondanza da abbaini e porte a vetro. Scelta e distribuzione delle opere si basano su quattro nuclei tematici, gli stessi che orientano la pratica artistica di Ann Craven, a partire da quello che non a caso dà il titolo alla mostra: il tempo, inteso sia come cronologia – le tele sono disposte in ordine di esecuzione – sia come memoria, perché ogni dipinto è un istante reso indelebile, risparmiato all’oblio.
Ed è dalla necessità di accumulare memorie visive che deriva il secondo assunto teorico del curatore (e modus operandi dell’artista): la voracità produttiva, qui attestata, oltre che dalla selezione di lavori dell’ultimo decennio, da tutti quelli realizzati nel 2013. Attraversando le varie sale emerge con chiarezza anche il concetto di sistema: un insieme di elementi, i dipinti, fluido e funzionale, così come il percorso espositivo, che si apre con cerbiatti e pappagalli, si snoda tra rose selvatiche, fiori di campo, innumerevoli lune, e si chiude con una lunga sequenza di Stripe, mentre alle meta-pittoriche Palette è giustamente riservata una parete intermedia, dal pavimento al soffitto. Ultimo filo conduttore è l’empatia. Le istanze del rigore seriale sono di natura più emotiva che cerebrale, e scelta e resa dei soggetti sono di per sé, spiega il curatore, un tributo d’affezione da parte dell’artista, che li guarda come vecchi amici. Le suggestioni di Time, lo confermiamo, sono decisamente in controtendenza. Tutte di segno positivo. Le Confort Moderne, tra l’altro, è un hub culturale giovane e dinamico: il programma dei concerti è da tenere d’occhio, prima di mettersi in viaggio.
Sara Boggio
Poitiers // fino al 24 agosto 2014
Ann Craven – Time
a cura di Yann Chevallier
LE CONFORT MODERNE
185, rue du Faubourg du Pont-Neuf
+33 (0)5 49460808
[email protected]
www.confort-moderne.fr
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