Emilio Prini e il “levare” michelangiolesco
Project Room Coralla Maiuri, Roma - fino al 4 luglio 2014. L’ormai classica opera “Fermacarte Genova 1968” di Emilio Prini si ribalta e si riscrive nel 2014. Dal piombo al vicolo del piombo. A tenere il tutto, un levare che riporta a Michelangelo.
Una mostra di Emilio Prini (Stresa, 1943) è un evento: un insieme di risultati, come detta la teoria della probabilità, in cui l’evento elementare è uno dei possibili esiti di un esperimento. L’ultimo evento dell’artista è Edizioni 1968-2012, che si svolge per la regia della curatrice Anna Butticci a “Sotto la lingua nessun segreto – Coralla Maiuri apre una stanza”, poliedrico spazio dell’artista Coralla Maiuri. Al contrario di Sol LeWitt, che da una formula generava una forma, il sommo artista concettuale dell’Arte Povera procede, come Michelangelo, “per forza di levare”, anziché per “via di porre“, per liberare l’opera che è già lí. Qui mancano i pesi di piombo che nel lavoro originale, Fermacarte Genova 1968, corrispondevano al peso effettivo dell’artista, ma siamo in vicolo del Piombo: il corpo referente si trasmuta in contesto. Fotografie stese sottosopra per terra durante il vernissage (nel ’68 invece a faccia in su con i pesi sopra) ora sono usate alla rovescia per due “studi” appesi su muri opposti della stanza, altrimenti vuota. Disegni essenziali quanto tortuosi che marcano il perimetro, rendendo la stanza stranamente elastica. Il sottrarre di Prini è alchemico, il vuoto colmo.
Daniela Salvioni
Roma // fino al 4 luglio 2014
Emilio Prini – Edizioni 1968-2012
PROJECT ROOM
Vicolo del Piombo 17
[email protected]
www.corallamaiuri.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati