L’incessante metamorfosi del Mediterraneo. Per un secolo di BNL
Triennale, Milano - fino al 24 agosto 2014. Un percorso fotografico già esposto nel 2013 al Maxxi. Una celebrazione dei cent’anni della BNL. La mostra è “The sea is my land”: 140 lavori di 23 artisti provenienti dai Paesi che circoscrivono il Mediterraneo. Tra Europa, Africa e Asia.
“L’incessante metamorfosi del Mediterraneo”:con questa breve definizione Francesco Bonami ed Emanuela Mazzonis introducono l’obiettivo della seconda tappa di The sea is my land,collettiva affidata al mezzo fotografico, ideata e prodotta da BNL Gruppo BNP Paribas. Un evento organizzato anche per celebrare il centenario della banca.
L’intento non è solamente quello di proporre una ricognizione iconico-culturale del bacino del Mediterraneo, quanto di creare un appuntamento riposizionabile, un evento pubblico utile a sfoggiare, seppur con eleganza, una folta livrea di artisti e fotografie da collezione; riproduzioni selezionate, raccolte negli anni dalla BNL.
Nonostante il generoso e apparentemente invasivo mecenatismo, il percorso regala la presentazione di 140 finestre su paesaggi (le aperture di Panos Kokkinias) e aspetti difficili (le macerie di Mouna Karray e le torri per appostamento di Taysir Batniji), configurando una sorta di nuovo continente, trasformato in uno strumento utile per rivisitare e reinterpretare territori (fisici, metaforici oppure estetici) perlopiù già esplicitati.
La gratuità del percorso, inoltre, garantisce a una larga sezione di pubblico di poter usufruire dell’esposizione senza limiti di tempo né limitazioni di lettura. Infatti, tra Europa, Africa e Asia, il percorso accosta vedute di performance, come The encounter di Adrian Paci, alla serie di messaggi di Mladen Miljanovic con Show Where it Hurts With Your Hand, ai paesaggi sfocati di Aleš Bravnicar, all’isola che non c’è di Christodoulos Panayiotou (Never Land del 2008), alle desolanti cancellature di Irena Lagator Pejović con Occupying/Liberating Space and Time, ai raffinati bianco e nero dal titolo Recalling Frames di David Maljkovic.
Fra questi diversi strumenti descrittivi dell’alveo mediterraneo, BNL ha acquistato sette fotografie selezionate da una giuria internazionale, lavori che sono entrati a far parte del patrimonio artistico della banca. Il riconoscimento di migliore opera è andata a Dor Guez con il progetto Two Palestinian riders. Il lavoro è stato selezionato da una giuria composta non solo da Francesco Bonami, ma anche da Fabio Gallia, Giovanna Bertazzoni (Head of the London Impressionist and Modern Art Department, Christie’s), Daniel Birnbaum (direttore del Moderna Museet di Stoccolma), Cristiana Collu (direttrice del Mart) e Gregor Muir (executive director dell’Institute of Contemporary Arts).
Esposto in Triennale a Milano senza particolare rilievo, a sottolineare l’integrazione tematica ricercata fra i lavori, lo scatto di Guez ritrae due cavalieri palestinesi che attraversano la foresta di Ben Sherman. L’immagine dei cavalli in movimento è stata catturata fra tavolini da picnic e alcuni rifiuti nel più grande parco israeliano, costruito nel 1948 a seguito della fondazione dello Stato di Israele, territori in precedenza arabi. Nell’incursione di questo spazio-tempo di passaggio, i due cavalieri sembrano tentare di riappropriarsi non solo del luogo, dissolvendo. Fantasmi rievocati in nome di uno dei più violenti e significativi scontri dei nostri tempi.
Ginevra Bria
Milano // fino al 24 agosto 2014
The sea is my land
a cura di Francesco Bonami ed Emanuela Mazzonis
TRIENNALE DI MILANO
Viale Alemagna 6
02 724341
www.triennale.org
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