Andra Ursuta a Colonia. Una mostra autobiografica
Kölnischer Kunstverein, Colonia - fino al 31 agosto 2014. L’artista rumena Andra Ursuta presenta a Colonia la sua prima personale tedesca. In una mostra dal titolo “Scytheseeing”, Ursuta racconta, attraverso un’opera di carattere introspettivo, una storia personale a partire dall’infanzia in terra rumena e fino al presente.
In un’intervista realizzata durante la 55. Biennale di Venezia, Andra Ursuta (Salonta, 1979; vive a New York) descrive la sua opera come uno “stile di vita, tradotto nel mio bisogno di creare oggetti”. Nata in Transilvania, a pochi passi dal confine con l’Ungheria, Andra Ursuta fa del suo lavoro artistico una sorta di traduzione visiva del proprio percorso biografico. La sua storia, a partire dalle origini in Romania fino a un presente geograficamente distante e segnato da tematiche diverse, come la paura della morte, è l’oggetto della sua opera. Già a Venezia, Ursuta allestiva in forma miniaturizzata gli ambienti della casa dei genitori così come appariva negli Anni Ottanta. Oggi, al posto di quegli ambienti, c’è invece un supermercato austriaco. Attraverso il proprio intervento artistico, Ursuta intende così ricostruire materialmente una memoria e insieme fare un “omaggio” alla sua città.
A circa un anno di distanza dalla Biennale di Venezia, l’artista rumena inaugura alla Kölnischer Kunstverein la sua prima personale tedesca. La mostra, dal titolo Scytheseeing – un gioco di parole, in cui ‘scythe’ (‘falce’) pronunciato similmente alla parola ‘sight’ (‘vista’), ironicamente richiama la parola ‘sightseeing’ (‘giro turistico’) – potrebbe essere visto come un’allusione alla morte, tema ricorrente nella sua opera, o anche a una tradizione rurale, scenario della sua infanzia trascorsa in Romania.
Appena varcata la soglia dello spazio espositivo, lo spettatore è accolto dal pungente odore delle cataste di fieno, una sorta di naturale scenografia per le opere di Ursuta. Attraverso queste architetture effimere avviene l’incontro con opere come Breath Hold (Discipline and Vanish), titolo che ironicamente sembra accostare l’impiccagione al semplice atto del trattenere il respiro: una fune che pende dall’alto pronta a inscenare un suicidio, se non fosse che la sua estremità superiore è legata ad un palloncino d’aria che inverosimilmente sorreggerebbe il peso umano. Lucian (2014) è la ricostruzione in miniatura del garage della vecchia casa in cui l’artista è cresciuta.
Più avanti, il riferimento alla storia e cultura d’origine è tema di Ass to Mouth (2010): apparentemente una replica de La colonne sans fin di Costantin Brancusi, un tributo ai soldati rumeni caduti durante la Prima guerra mondiale, è allo stesso tempo per Ursuta un riferimento al principe rumeno Vlad III di Valacchia detto Dracula e alla sua pratica di impalare i nemici. Ricoprendo però la colonna di gomma nera, l’artista trasforma il contenuto stesso dell’opera – la storia rumena – attraverso un riferimento sessuale che sdrammatizza l’argomento, in origine elevato. Similmente, in Crush (2011), un corpo dal quale la vita sembra sia stata risucchiata, privandolo di volume e colore, è ricoperto di cera rassomigliante sperma.
Infatuazione e paura della morte sono i temi che anche qui Ursuta tocca a proprio modo, con tracce d’ironia e di profano. In definitiva, Andra Ursuta appare, indirettamente, aver lanciato un appello a favore di nuovi temi nell’arte: ciò che vale la pena fare, parlare di se stessi, ovvero l’unica cosa che veramente conosciamo e l’unica, come direbbe Truman Capote, che sia lecito raccontare.
Margherita Foresti
Colonia // fino al 31 agosto 2014
Andra Ursuta – Scytheseeing
a cura di Moritz Wesseler
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