Buonconsiglio eccentrico: Dosso Dossi ritorna a Trento
Castello del Buonconsiglio, Trento - fino al 2 novembre 2014. Dosso Dossi ritrova la strada verso le Alpi, verso quel castello che ora accoglie, sotto i soffitti affrescati dallo stesso artista e dal fratello Battista, una mostra che ripercorre tutte le tappe della loro vita artistica. Rivelando novità e inedite connessioni.
È il 1531 quando i due fratelli Dosso (San Giovanni del Dosso, 1490 – Ferrara, 1542) e Battista Dossi (San Giovanni del Dosso, 1490 ca. – Ferrara, 1548) vengono chiamati a Trento, su esplicita richiesta del vescovo nonché sovrano Bernardo Cles. Terminati i lavori di ampliamento del castello medievale – che poi prenderà il nome di “Buonconsiglio” – il prelato volle decorare le nuove stanze con affreschi che rappresentavano le più moderne tendenze artistiche. Si rivolse quindi a Dosso Dossi, allora già “pittore assoluto” del Cinquecento ferrarese e ricercato dalle maggiori corti dell’Italia padana.
Assieme a Battista, Dosso elaborò un programma iconografico rivoluzionario per una città poco avvezza ai nuovi linguaggi; sparse il seme della pittura contemporanea e scelse il tema delle favole antiche, dipinse nelle lunette gli dei della mitologia, imperatori e grottesche, intercalandoli con profondi squarci paesaggistici di veneta memoria. Uno shock per chi si aspettava raffigurazioni religiose a ornare la dimora di un vescovo.
Oggi, in quelle stesse sale, è allestita una mostra che ripercorre la vicenda dei due Dossi, mettendola in primo luogo in stretta relazione con i loro affreschi e facendo dialogare le opere con quelle dei modelli di riferimento, da Giorgione a Tiziano a Michelangelo, tutti pittori che lasciarono profonde tracce nella ricerca di Dosso, ora evidenti dagli accostamenti efficaci quanto accuratamente scelti.
L’esposizione, curata da Vincenzo Farinella con la collaborazione di Lia Camerlengo e Francesca de Gramatica, non ha solo messo in luce la formazione degli stili di Dosso e Battista e il loro frequente lavorare a quattro mani su un solo dipinto, ma ha permesso di formulare nuove attribuzioni, di ridiscutere il catalogo dei due pittori attraverso una ricerca scientifica e documentaria che ha portato ad alcune sorprese, quali ad esempio la verosimile autografia de Il bagno (1512 ca.), assegnato a un giovane Dosso che probabilmente lo dipinse per Francesco Gonzaga di Mantova, o il risalto dato al Ritratto di Niccolò Leoniceno (1521), a lungo sfuggito alla critica nonostante l’evidente firma costituita da una “D” intersecata da un osso. La visita offre anche l’occasione di osservare il Giove pittore di farfalle (1524), ora a Cracovia, che trova un rimando immediato nel riquadro della Camera del Camin Nero decorata dai due Dossi, dove si racconta un altro episodio della stessa storia mitologica.
Fra i tanti enti prestatori, un posto di rilievo ha avuto la Galleria degli Uffizi: molte opere provengono dalla riserva del museo fiorentino e l’iniziativa risponde al titolo La città degli Uffizi, un programma che porta i dipinti nei territori a cui sono legati, in città in cui sono stati prodotti o hanno lasciato un segno. Le sale che comprendono il nucleo di Dosso Dossi peraltro ora sono in restauro e trasferire temporaneamente le opere a Trento è un’occasione per collocarle in una situazione di accoglienza culturale, di intima connessione con gli ambienti dosseschi del Buonconsiglio.
Marta Santacatterina
Trento // fino al 2 novembre 2014
Dosso Dossi – Rinascimenti eccentrici al Castello del Buon Consiglio
a cura di Vincenzo Farinella con Lia Camerlengo e Francesca de Gramatica
CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO
Via Clesio 5
0461 233770
[email protected]
www.buonconsiglio.it
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