Gordon Parks, il narratore multiforme
Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Verona - fino al 28 settembre 2014. Nel suggestivo percorso tra modernità e antichità romane, realizzato da Libero Cecchini nei primi Anni Ottanta, è allestita la mostra “Gordon Parks. Una storia americana”.
La mostra – realizzata dalla Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con Gordon Parks Foundation e Contrasto – si propone di presentare l’opera di un artista quanto più eclettico. Nacque fotografo, Gordon Parks (Fort Scott, 1912 – New York, 2006), anche se prima di farne una professione svolse ogni genere di lavoro per sopravvivere, poi divenne regista, compositore e scrittore. In ogni arte che affrontò lasciò qualcosa di sé, perché, nonostante il mezzo cambiasse, il suo linguaggio rimase coerente ed estremamente riconoscibile. Autore di varie autobiografie, la sua arte è davvero un caso in cui opera e persona vengono a coincidere, in cui l’esperienza individuale e l’immersione in prima persona nelle proprie storie si fanno portatrici di messaggi universali.
Eppure la sua carriera non attraversò in una sequenza cronologica le varie attività, ma lo vide impegnato in più forme d’espressione contemporaneamente, negli stessi anni e addirittura negli stessi giorni. Proprio per questo la mostra è suddivisa in sezioni tematiche, per facilitare una comprensione dell’opera che, esposta cronologicamente, risulterebbe troppo multiforme. Ne dimostra dunque l’eclettismo: dopo una serie di crude immagini tratte dalle raccolte sulla violenza delle gang di Harlem, sulla povertà della famiglia Fontanelle nello stesso quartiere e sulla miseria della famiglia sudamericana di Flavio, vengono presentate le raffinate foto di moda.
La sua formazione è quella della Farm Security Adiministration, dove poté incontrare Dorothea Lange o Walker Evans. Il modello teorico è quindi Lewis Hine, uno dei padri della fotografia documentaria: usare l’immagine come la più efficace delle armi contro le ingiustizie sociali. Se Hine la usò per battersi per le riforme sul lavoro minorile e i fotografi della FSA per raccontare la povertà della Depressione, Gordon Parks la mise al servizio della battaglia contro la segregazione razziale. Eppure non imboccò la via della denuncia diretta, ma preferì quella del racconto.
Immerso nella letteratura afroamericana, il suo modello è in realtà da ricercare più nello scrittore Richard Wright, che usò la forza delle parole allo stesso scopo, e in tutti gli altri leader americani neri fra cui si inserì con il suo lavoro (fu, per esempio, il primo afroamericano a penetrare nello star system hollywoodiano) e di cui realizzò potenti ritratti: da Malcolm X a Muhammed Ali, da Martin Luther King a Duke Ellington. Visitare una mostra degli scatti di Gordon Parks è per molti versi assistere alla storia del movimento per i diritti civili.
Lodovico Lindemann
Verona // fino al 28 settembre 2014
Gordon Parks – Una storia americana
a cura di Alessandra Mauro
Catalogo Contrasto
CENTRO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA SCAVI SCALIGERI
Piazza Francesco Viviani
045 8007490
[email protected]
www.comune.verona.it/scaviscaligeri
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