Hiroshi Sugimoto e l’eleganza ritrovata
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia - fino al 12 ottobre 2014 / Fondazione Cini-Le Stanze del Vetro, Venezia - fino al 29 novembre 2014. Condensazioni di fotografia e architettura, tra un palazzo storico e un’isola nell’isola. Hiroshi Sugimoto veste la Laguna di cromie e materia. Dimostrando che l’eleganza, forse, non è ancora un’utopia.
Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) è in grado di condensare universi paralleli in un intreccio coerente di reinterpretazioni leggiadre, garantite da un occhio allenato alla disciplina, ma libero da vincoli disciplinari a tenuta stagna. Capace di polverizzare il confine tra fotografia e architettura, pur rispettandone i limiti, l’artista giapponese traccia con disinvoltura una matassa ipnotica che lega due interventi apparentemente distanti.
Questa volta il palcoscenico è Venezia e l’occasione imperdibile: una sorta di doppia personale ospitata in contemporanea dalle fondazioni Bevilacqua La Masa e Giorgio Cini. Lo spirito di entrambe le sedi impregna la trama dialettica ordita da Sugimoto nel dar vita alla propria presenza. Le architetture dello storico Palazzetto Tito, dominate da tagli di luce netti, frutto dell’atmosfera in chiaroscuro che ammanta Venezia, acuiscono l’intensità di Modern Times. L’esposizione celebra, attraverso undici incredibili scatti, il talento dell’artista nel condensare in un istante lo scheletro estetico e la profonda intimità di una costruzione architettonica e di un oggetto d’arte.
L’inedito trittico che, all’ingresso, attira lo sguardo, catapulta il noto progetto di Herzog & de Meuron per la Serpentine Gallery di Londra in una dimensione nuova, ma fermamente ancorata alla realtà. Sugimoto rifiuta le lusinghe dell’invenzione forzata e ricombina le linee dell’esistente in una prospettiva diversa. Riempiendo lo spazio dell’eleganza che lui stesso teme abbia abbandonato il nostro tempo. La Rotary Demisphere di Duchamp e la Bauhaus Stairway di Oskar Schlemmer, in dialogo con la poderosa scala di Taniguchi per il MoMA di New York, riscoprono la propria essenza nei toni sfumati del bianco e nero.
Sull’Isola di San Giorgio Maggiore è la fotografia a penetrare l’architettura. Da qualunque angolazione si guardi la Glass Tea House Mondrian, sembra di osservare l’esito di un’impeccabile inquadratura fotografica. Immaginato come un padiglione temporaneo, il progetto architettonico di Sugimoto per le Stanze del Vetro condensa, ancora una volta, l’energia naturale del luogo e la rielabora.
Commistione di trasparenza e materia, veicolate da acqua, vetro e legno di cedro, la Casa del Tè riecheggia una cerimonia millenaria, officiata ogni giorno, secondo la tradizione del maestro Sen no Rikyû, per due visitatori alla volta, che unisce nuovamente forma ed intimità. Il senso di quiete resta impigliato alle palpebre ben oltre i confini del padiglione e dell’isola stessa. Il suono dell’ambiente naturale completa i rumori attutiti della cerimonia, a malapena udibili attraverso il vetro, riempiendo di significato la traslitterazione giapponese del termine “Mondrian”, ovvero “una casa modesta dove sentire gli uccelli cantare”.
Un’armonia elegante continua a risuonare nell’aria, restituendo al vuoto tutto il suo potenziale creativo.
Arianna Testino
Venezia // fino al 12 ottobre 2014
Hiroshi Sugimoto – Modern Times
a cura di Filippo Maggia
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA – PALAZZETTO TITO
Dorsoduro 2826
041 5207797
[email protected]
www.bevilacqualamasa.it
Venezia // fino al 29 novembre 2014
Hiroshi Sugimoto – Glass Tea House Mondrian
FONDAZIONE CINI – LE STANZE DEL VETRO
Isola di San Giorgio Maggiore
041 5229138
[email protected]
www.lestanzedelvetro.it
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