1914: a Sarajevo scoppiava la Prima Guerra Mondiale. 1994: la città assediata viveva la tragedia del conflitto serbo-bosniaco e, tra le macerie, sorgeva Ars Aevi, progetto di un museo d’arte contemporanea come Resistenza di Cultura. L’idea di Enver Hadžiomerspahić, direttore del progetto, fu quella di creare partnership con centri d’arte contemporanea che avrebbero selezionato gli artisti per la collezione e trovò sviluppo nella triangolazione Sarajevo-Prato-Milano grazie soprattutto a Spazio Umano e Museo Pecci. Michelangelo Pistoletto fu il primo artista a donare un’opera: Porta dello specchio ha riflesso per vent’anni appelli e iniziative per la costruzione partecipata di un centro culturale di richiamo internazionale nella città dell’ex Jugoslavia. 2014: dopo una serie di mostre-vetrina, la collezione non ha ancora una sede e il Museo Pecci sente l’obbligo morale di rilanciare la questione presentando nei suoi spazi milanesi una selezione delle opere e il progetto architettonico disegnato da Renzo Piano nel 1999. Ars Aevi ha vent’anni, ma non è ancora nato. Eppure già vive nei percorsi mentali e quelli ben strutturati e fisicamente percorribili al Museo Pecci, tra i video del gruppo Irwin di Lubiana, le installazioni di Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Ilija Soskic e Remo Salvadori. Quale futuro è possibile per il museo di Sarajevo?
Giulia Bombelli
Milano // fino al 13 settembre 2014
Ars Aevi in progress
MUSEO PECCI
Ripa di Porta Ticinese 113
0574 531828
[email protected]
www.centropecci.it
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