La storia della fotografia secondo Charles Henri Favrod. A Pordenone
Sale Espositive della Provincia, Pordenone - fino al 31 agosto 2014. Un percorso fotografico variegato per stili e contenuti, con eventi e personaggi del secolo scorso. Buona parte della mostra è costituita dal dono fatto da Charles Henri Favrod nel 1997 al C.R.A.F. Una raccolta di opere, tratta dalla sua collezione personale, che raccontano gli autori che hanno marcato la storia della fotografia sin dalle sue origini.
Dopo la mostra Robert Capa fotografo nel 1987 a Spilimbergo grazie a Progetto Fotografia – da un’idea di Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Gianni e Giuliano Borghesan, Toni del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier – e successivamente Spilimbergo Fotografia con la costituzione del C.R.A.F., i fondatori vengono a stretto contatto con Charles Henri Favrod che, in collaborazione con l’ICP di New York, e in particolare con il fondatore Cornell Capa – fratello di Robert Capa – negli anni a venire promuove e sviluppa in condivisione una progettualità sulla disciplina fotografica. Tra mostre, incontri ed eventi, nei propositi del Craf c’è anche l’archiviazione, la ricerca e la catalogazione del patrimonio fotografico del territorio.
Dalla condivisione di questi obiettivi nasce in Favrod la decisione di donare alla nascente associazione una mostra che rappresentasse la storia della fotografia.
Charles Henri Favrod – classe 1927 di Montreux, giornalista, fotografo, saggista, redattore e nel 1985 fondatore del Muée de l’Elisée di Losanna -, istituzionalmente qualificato come collezionista per questa mostra, in realtà definisce questa raccolta come un diario di viaggio, intendendo di vita. Dall’inizio degli Anni Cinquanta, agli esordi della sua carriera giornalistica, in viaggio per Asia e Africa, incontra sul suo percorso fotografi con cui stringe profonde amicizie che in lui stimolano la curiosità per l’arte dell’immagine. Già dall’infanzia, in realtà, familiarizza con L’Illustration, settimanale francese connesso alla fotografia e presente nella biblioteca di famiglia. Il primo numero del periodico riporta infatti la riproduzione di un dagherrotipo di Charles Marville. La consultazione di questo illustrato sviluppa in Favrod l’interesse per la storia della fotografia e “la convinzione che questa costituisca al contempo una fotografia della storia”.
La mostra di Pordenone raccoglie 140 opere, riproposte diciassette anni dopo la donazione, ampliata e integrata dall’archivio della collezione di Roberto Salbitani. La rassegna si apre con alcuni ritratti. Dall’indiano d’America Shunka La lo Ka di John Alvin Anderson (1905) a una raffinatissima Poster Lady di Edward Steichen (1905) con a fianco Margareth Treadwell di Alfred Stieglitz (1910). Si prosegue con i toccanti ritratti di Lewis Hine con Alla ricerca dei bagagli perduti, Ellis Island (1908) e Donna italiana, Hull House, NY (1910).
Importante la presenza di Alexandre Rodchenko, che i più conosceranno come fotografo delle geometrie, e che qui vediamo in veste di ritrattista de Il poeta Vladimir Majakovsky (1924) e di un profondo ed emozionale ritratto di Madre (1924). Poi il surrealista Man Ray con una meravigliosa immagine con tecnica di solarizzazione, Ritratto di Lee Miller, per alcuni anni assistente e amante del fotografo.
La mostra prosegue con alcuni fatti importanti del Novecento come Lo Zeppelin abbattuto, Salonicco (1916) e Barricate durante uno sciopero alla FIAT (1920), entrambe di fotografi anonimi.
La piacevole presenza di Walker Evans, con la sua nota Penny Picture Display (1936), ma anche con Bud Fields House, Hale County (1936), una piccola citazione del grande lavoro sociale che Evans fa nei confronti della sua America senza retorica e senza ideologia, mettendone a nudo la realtà più autentica.
Seguono alcuni “capolavori di storia della fotografia” con Margareth Bourke White, Edward Weston e Walter Rosenblum con la Ragazza sull’altalena, NY (1938) o Piccoli zingari giocano a carte, Pitt Street (1938). E ancora, il ricordo indelebile e cruente della Seconda guerra mondiale con Robert Capa nella celeberrima Sbarco delle truppe americane a Omaha Beach, Normandia (1944), Zenith Press con Scene di Guerra (1943) e un commovente Ritorno da Auschwitz di Karoly Escher.
Fra la street photography di William Klein, Robert Frank e Izis Bidermanas si trovano i ritratti dell’italiano Paolo Gasparini con Paul Strand, Orgival (1956) e Che Guevara, Santiago de Cuba (1962). Visione impressionanti sprigionano da immagini che illustrano la realtà della guerra del Vietnam, con Angelo Cozzi in Cattura di due Vietcong durante l’offensiva del Tet (1968) oppure con Charles Harbutt in Stupro, Prigione di Stato, Arkansas (1970). E ancora Leonard Freed, Irving Penn, Ralph Gibson, Martin Parr e una meravigliosa Calze verdi (1978) di Jan Saudek o Sandrine di Frank Horvat (1928).
E infine, scatti più recenti: la vivacissima foto di David Lachapelle, Brandi Quinones, Bahamas (1997), e la meravigliosa Sem Sonhos di Ivaldo Cavalcante (1978). E poi Sebastiao Salgado con Dinka, Sudan del Sud (2006), Riccardo Venturi con Soweto (2007) e Sergey Maximishin con Scuola di teologia, Dagestan (2008).
Una mostra in cui è sempre l’individuo protagonista, nella sua raffinatezza come nel suo peggior destino.
Terry Peterle
Pordenone // fino al 31 agosto 2014
Capolavori di storia della fotografia. Dall’archivio di Charles Henri Favrod
a cura di Charles Henri Favrod
SALE ESPOSITIVE DELLA PROVINCIA
0427 91453
[email protected]
http://www.craf-fvg.it/
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