Il giallo è quello gonfio di vitalità che irradia il Mediterraneo; il blu si gonfia nella irrequieta e irresistibile resa plastica di un mare uterino, alcova dove si generano miti e leggende di antiche civiltà. Il colore, sempre purissimo, si offre nella sua più schietta loquacità attraverso le tele di Mario Arlati (Milano, 1947; vive a Ibiza), vigoroso interprete di una pittura muscolare, robusta erede della stagione dell’Informale. Opere musicali, dall’incedere squisitamente jazzistico, quelle esposte nell’inedita cornice della sede milanese di Banca Generali; un dedalo di uffici che custodisce e insieme offre invitanti duetti tra i lavori ultimi del pittore e i pezzi più pregiati della collezione dell’istituto di credito. Nature morte che arrivano dalla Napoli barocca, suggestioni fiamminghe, un drammatico Apollo e Marsia di Guido Reni e una borghesissima Sacra Famiglia di Antoon van Dyck: opere importanti, a tratti anche fisicamente imponenti, attorno cui danzano con elegante devozione le suggestioni cromatiche di Arlati.
La tavolozza dei maestri secenteschi diventa repertorio da cui attingere tinte e colori, costruendo dinamici affascinanti pendant; accentuando così le torsioni e i movimenti delle figure, il frusciare dei panneggi, l’agitarsi del vento che impetuoso schiaffeggia gli alberi di tempestosi paesaggi.
Francesco Sala
Milano // fino al 12 settembre 2014
Mario Arlati – Potenza del colore
BANCA GENERALI
Piazza Sant’Alessandro 4
[email protected]
www.bancagenerali.it
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