Vittorio Corcos a Padova, “pittore di belle donne”
Palazzo Zabarella, Padova - fino al 14 dicembre 2014. Maria José fissa gli spettatori con occhi azzurrissimi e labbra sensualmente laccate. Sulla fronte un diadema, sulle spalle una nuvola di tulle leggero. L'opera è di Vittorio Corcos, "ritrattista di teste coronate", ma non solo. Come dimostra la retrospettiva patavina.
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Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 – Firenze, 1933) nacque in una città che nell’Ottocento si mostrava elegante, libera, stimolante. Il giovane artista perfezionò la sua formazione a Napoli con Domenico Morelli, per poi partire alla volta di Parigi, dove rimase sei anni entrando in contatto con le cerchie dello stimatissimo collega De Nittis e dell’abile mercante Goupil. Decise tuttavia di non fermarsi in Francia e, tornato in Italia, si stabilì a Firenze.
Corcos è noto soprattutto per i ritratti “zuccherosi”, quelli nei quali indugia sui dettagli di abiti e tessuti, sulla preziosità dei ricami, sulle superfici lucide che fanno risaltare la pelle candida delle signore, leziose e accattivanti, dell’alta società. Maestro del “ritratto mondano”, fu ricercatissimo da un pubblico facoltoso, affascinato dall’indubbio virtuosismo tecnico e dall’abilità nell’assecondarlo, “eccitandolo con un erotismo mai conclamato, ma per questo tanto più intrigante“, come sottolinea Vincenzo Farinella. Ecco allora la divina cantante Lina Cavalieri, “massima testimonianza di Venere in terra” per D’Annunzio, poi contesse, principesse e imperatrici che, in sequenza, sembrano perseguire una missione verso la bellezza immortale, come deve essere quella del ritratto, a cui spesso si accompagnano gli stemmi nobiliari o i nomi in epigrafe.
E nei dipinti meno ufficiali di Corcos sembra già di intravedere un modello di femminilità che avrà una strepitosa fortuna nella pubblicità della prima metà del Novecento, in quei volti biondi e incipriati che reclamizzavano i prodotti di bellezza.
A far da contrappunto a questa produzione “di committenza”, due altri ambiti: i ritratti spontanei fatti per gli amici, soprattutto gli uomini – strepitoso un Emilio Treves con sguardo e portamento che raccontano tutta la forza e il carattere del celebre editore – e quadri come Sogni o l’enigmatico In lettura sul mare. Il primo, esposto alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze nel 1896, scandalizzò il pubblico per la posa sconveniente della protagonista e per quello sguardo che sogna “ciò di cui non dovrebbero sognare le ragazze”, secondo le parole della contessa Puliga, corrispondente del Journal des Débats.
Donne imbellettate, certo, quelle di Corcos, ma anche donne modernissime, lettrici dei libri di Treves, com’era solita fare la colta moglie Emma Ciabatti: fu lei a introdurre il pittore nel cenacolo culturale del “Mazzocco” e a organizzare ogni giovedì un salotto a cui partecipavano i più importanti intellettuali dell’epoca.
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Vittorio Corcos, Sogni, 1896, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
La mostra di Padova propone più di cento opere, molte inedite: offre una prospettiva completa su un pittore poco noto e certamente snobbato da molta critica. E lo valorizza da un lato con un attento lavoro di ricerca – come sempre accade nelle iniziative griffate Fondazione Bano – e dall’altro con un allestimento curato e un’intelligente distribuzione dei dipinti nelle eleganti sale di Palazzo Zabarella, consentendo a chi le attraversa di assaporare tutto il fascino della Belle Époque.
Marta Santacatterina
Padova // fino al 14 dicembre 2014
Corcos – I sogni della Belle époque
A cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi
Catalogo Marsilio
PALAZZO ZABARELLA
Via San Francesco 27
049 8753100
[email protected]
www.palazzozabarella.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/35995/vittorio-corcos-i-sogni-della-belle-epoque/
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