Moll e Vilma da Maramotti. Il ritratto secondo Alessandra Ariatti e Chantal Joffe
Collezione Maramotti, Reggio Emilia – fino al 12 aprile 2015. Entrambe sono pittrici, ed entrambe dipingono ritratti. Questi gli unici punti in comune tra Alessandra Ariatti e Chantal Joffe. Al centro del nuovo progetto nell'ex stabilimento Max Mara.
Chantal Joffe (St. Alban’s, 1969; vive a Londra) presenta, per la mostra Ritratto di donne firmata dalla Collezione Maramotti, alcuni dipinti della serie intitolata Moll: si tratta di un’indagine sulla nipote, che Joffe iniziò a ritrarre nel 2001 quando questa prendeva forma di una minuscola figurina stagliata in un paesaggio quasi anemico. Da quel momento in poi i dipinti che raffigurano la bambina, e poi la ragazza – oggi ha 16 anni – si moltiplicano e Moll diventa una presenza costante, con il suo sguardo puntato verso l’osservatore, talvolta paziente, altre volte quasi malizioso o in una certa misura insofferente. La pennellata dell’artista americana è sicura e rapida, testimonia in pochi tocchi una grande abilità tecnica che non indugia nel dettaglio e che distorce le prospettive a seconda del messaggio che il ritratto vuole comunicare. Ben scrive Daniel F. Herrmann nel saggio in catalogo, quando sottolinea che nei quadri di Joffe non c’è alcuna volontà di rendere una verità fotografica e che, vista la serie di opere in sequenza, si può affermare che “il ritratto diventa un processo di conoscenza e, invece di vedere un dipinto, iniziamo a vedere una persona”.
Poetica e risultati di Alessandra Ariatti (Reggio Emilia, 1969; vive a Borzano di Albinea) si pongono invece su un piano opposto, che persegue prima di tutto un iper-realismo portato quasi agli estremi nella sua aderenza al punto di partenza dell’opera, una fotografia dei soggetti scelta con cura e attenzione tra innumerevoli scatti. Anche per l’italiana, il ritratto diventa veicolo esclusivo della sua pratica artistica e, a differenza di molti pittori prima di lei, i volti non raffigurano mai personaggi “upper class”, ma gente comune. Fortemente intriso di istanze morali – si vedano i sottotitoli delle opere – il progetto di Ariatti ruota attorno ai Legami: quelli fisici dei corpi che si abbracciano o si stringono le mani, ma che soprattutto rappresentano il senso della famiglia, ancora forte in un piccolo centro della campagna reggiana.
La tecnica pittorica è inevitabilmente lenta (l’artista ha impiegato quattro anni a realizzare le tre tele), parte dal disegno che è struttura portante del dipinto per poi sovrapporre varie applicazioni di colore fino alla resa di ogni singolo dettaglio.
“La discesa nelle profondità anatomiche della pittura s’intensifica col progressivo ‘scavo’ nei volti, centimetro per centimetro, della verità esperienziale delle figure ritratte, con un crescendo di intensità analitica”, scrive Mario Diacono a proposito del lavoro di Ariatti.
Infine, il catalogo. Anzi, i due cataloghi: ci piace leggere un legame con la tradizione sartoriale che sta alla base della nascita della Collezione Maramotti nella fascia in morbido tessuto che avvolge i due volumi. Anch’essi, come le due artiste, legati assieme ma al contempo totalmente autonomi.
Marta Santacatterina
Reggio Emilia // fino al 12 aprile 2015
Ritratto di donne. Alessandra Ariatti – Legami / Chantal Joffe – Moll
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66
0522 382484
[email protected]
www.collezionemaramotti.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38204/ritratto-di-donne/
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