Guido Guidi, consacrazione di un fotografo. Veramente
MAR, Ravenna – fino all’11 gennaio 2015. Una retrospettiva che è nata a Parigi, transitata ad Amsterdam e infine giunta a Ravenna. E dire che il protagonista è Guido Guidi, grande maestro italiano della fotografia ma assai poco considerato dalle nostre parti.
Il progetto fotografico che Guido Guidi (Cesena, 1941) da oltre quarant’anni persegue con immutata coerenza di scelte e di intenti si distingue per il particolare “senso” – inteso in termini percettivi e di significato – che riesce a esprimere in ordine alle categorie spazio e tempo, con le quali l’azione fotografica da sempre si misura.
Pronto a rilevare ciò che si trova oltre i margini dell’inquadratura, Guidi travalica gli stereotipi di genere e cattura insolite “vedute” di un mondo liminare dove “il momento decisivo” – che definisce, “senza ironia” (Agnès Sire), “decisione del momento” – si dilata, ovvero assume una connotazione processuale legata al divenire delle cose. Concetti, questi, che ritroviamo in tutte le opere esposte in mostra: esempio magistrale ne è la sequenza della Tomba Brion di Carlo Scarpa, monumento particolarmente caro a Guidi, tanto che per molti anni lo ha regolarmente fotografato, accostandovisi sempre con l’atteggiamento reverente del pellegrino.
Dopo essere stata presentata alla Fondation Henri Cartier-Bresson (Parigi) e al Huis Marseille, Museum voor fotografie (Amsterdam), l’antologica di Guido Guidi, intitolata Veramente, infine approda al Mar di Ravenna. L’allestimento essenziale, minimal per così dire, appare decisamente adeguato e oltremodo efficace a esprimere la poetica dell’autore, fondata sul silenzio, l’osservazione, il pensiero, come ci ricorda Silvia Loddo, attenta curatrice della mostra ravennate.
Insuperato antesignano della fotografia minimalista italiana, sin dagli esordi della sua carriera Guido Guidi ha guardato alla fotografia americana. E se, da un lato, ha studiato con attenzione le implicazioni documentariste del periodo roosveltiano, lasciandosi sedurre in particolare dalla lezione di Walker Evans, suo indiscusso e riconosciuto maestro; dall’altro, non ha mai smesso di confrontarsi con fotografi a lui vicini, non soltanto anagraficamente, ma per sensibilità percettiva, quali Lewis Baltz, Stephen Shore e altri ancora, afferenti al movimento cosiddetto dei New Topographics.
Alla fine della visita lanciamo un ultimo sguardo alla fotografia che dà il titolo alla rassegna: l’avverbio Veramente, dall’evidente ambiguità polisemica, è davvero calzante per una mostra di fotografia, ma dopo avere conosciuto Guido Guidi a stupirci non è tanto l’ambivalenza del termine, quanto la semplicità del suo intrinseco valore interrogativo.
Adriana Scalise
Ravenna // fino all’11 gennaio 2015
Guido Guidi – Veramente
a cura di Agnès Sire con Silvia Loddo
MAR – MUSEO D’ARTE DELLA CITTÀ
Via di Roma 13
0544 482791
[email protected]
www.museocitta.ra.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38833/guido-guidi-veramente/
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