L’arte non c’è più. Quella “degenerata” è alla Fondazione 107 di Torino

Fondazione 107, Torino – fino al 30 novembre 2014. In un contesto liquido e postmediatico, l'arte ripensa se stessa e le sue tattiche. Superata la cultura della rappresentazione, la ricerca più attuale tende alla sparizione e opera con azioni di riduzione, omissione, furto dai media digitali e de-generazione distribuita. Una mostra racconta questa tendenza.

Tanta l’informazione in giro, tanti i materiali disponibili, tante le immagini non desiderate.
In questo scenario di saturazione, agli artisti resta la necessità di liberarsi e restituire allo sguardo una superficie inefficace. Rimosso il pennello, esorcizzata l’etichetta, negata ogni accondiscendenza verso la pittura tradizionalmente intesa, resta il collasso inside e outside the canvas. Col mercato dell’arte la questione è meno litigiosa: questo formalismo zombie o lo si ama (e paga caro) o lo si odia.
Trentuno artisti giovanissimi, provenienti prevalentemente dagli Stati Uniti, trovano spazio in un’ex edificio industriale degli Anni Cinquanta nella periferia di Torino, all’interno di un isolato urbano soggetto a un vasto programma di riqualificazione. Subito a sinistra, pedinato dai collezionisti, è uno scarabocchio (e il suo doppio) del tedesco Peppi Bottrop: nervose geometrie reiterate, solo grafite su tela. Sempre di geometrie regolari, questa volta volate a terra e tracciate da piccioni insaziabili, parlano le fotografie in bianco e nero di Julian Charrière, le sculture piatte di Margaret Weber, le sagome wireframe di Vanessa Safavi, lo studio sul bordo di Vlatka Horvat.

Torino, Fondazione 107

Torino, Fondazione 107

La sperimentazione con materiali di scarto, la negazione di qualunque generosità figurativa, le pratiche processuali e combinatorie si ritrovano, tra gli altri, nelle superfici sterilizzate di Ryan Estep, nei frammenti ricomposti da Sam Moyer, negli agglomerati multidimensionali di Henrik Olai Kaarstein e nei brand banalizzati da Mike Goldby. Manodopera meno di zero e immagini di niente nei pannelli di Isaac Brest. Cinque gli italiani in mostra, legittimamente a testa alta: Gabriele De Santis, Erik Saglia, Andrea Kvas, Matteo Callegari e Alfredo Aceto.
Il lavoro di Brad Troemel è “finanziato dai trionfatori dei mercati volatili, riguarda a sua volta la volatilità del mercato e al tempo stesso specula su altri mercati volatili incorporando oggetti come Bitcoins, argento, oro e donazioni programmate di beneficenza, politicamente controverse”. Letteralmente da calpestare i tappeti di Andy Boot, “basati sulla logica degli spam e delle sue vane promesse, già disprezzate in partenza”.

Torino, Fondazione 107

Torino, Fondazione 107

Laura McLean Ferris, autrice di uno dei testi in catalogo, parla di un “vuoto che si crogiola nel bagno profumato del suo stesso vuoto. Amalia Ulman, giovane artista argentina, gettonatissima sui social,ai rifiuti preferisce gli smalti laccati, i profumi di marca, i tanga minimal. Quando è autentica lo deve alla sua fugacità e alla facoltà di scomparire nel suo stesso fake. È lei quella che, meglio di tutte le altre, “è capace di nascondersi mentre esibisce tutto”e si alimenta di una finzione credibile. Teso alla totale rinuncia Jason Matthew Lee, che salda l’intervista con tre “no comment”.
Forse, “al di là di questa indifferenza, e sostituendosi al piacere estetico propriamente detto, emerge un altro tipo di fascinazione”(cit. da La sparizione dell’arte di Jean Baudrillard)

Federica Bianconi

Torino // fino al 30 novembre 2014
De generation of painting
a cura di Federico Piccari
artisti: Alfredo Aceto, Keith Allan, Andy Boot, Peppi Bottrop, Isaac Brest, Matteo Callegari, Graham Collins, Julian Charriere, Gabriele De Santis, Ryan Estep, Ditte Gantriis, Mike Goldby , May Hands, Dean Levin, Sam Lipp, Tillman Kaiser, Henrik Olai Kaarstein, Andrea Kvas, Petrit Halilaj, Vlatka Horvat, Jason Matthew Lee, Hugo Mc Cloud, Sam Moyer, Antoine Puisais, Carlos Reyes, Vanessa Safavi, Erik Saglia, Olve Sande, Brad Troeml, Amalia Ulman, Margaret Weber
Catalogo Prinp
FONDAZIONE 107
Via Sansovino 234
011 4544474
[email protected]
www.fondazione107.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38061/de-generation/

 

 

 

 

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Federica Bianconi

Federica Bianconi

Federica Bianconi è architetto, curatore e critico d’arte. Si è laureata in Architettura presso lo IUAV di Venezia e ha frequentato il Master in Management per Curatori di Musei di Arte e Architettura Contemporanea presso il MACRO di Roma nel…

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