Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Casa Cavazzini, che nella prima metà del 2014 raccontava la solidarietà degli artisti americani dopo il terremoto in Friuli del 1976 con la mostra Stars&Stripes, ha sfilato dalla manica un asso nostrano del panorama contemporaneo internazionale. Riccardo De Marchi (Tarvisio, 1964) esordisce nel 1986 con una personale alla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, mentre il 1993 è quello della prestigiosa partecipazione a Deterritoriale, la Biennale di Bonito Oliva. Tra il 2002 e il 2005 l’artista sbarca oltreoceano alla Artcore Gallery di Toronto e alla Riva Gallery di New York. Nel 2011 la presenza alla Guggenheim di Venezia e al Museo Fortuny, ancora nel 2011 è al Mart nel percorso espositivo dedicato alla collezione VAF-Stiftung e il MACRO di Roma lo omaggerà con una rassegna personale dal titolo Fori romani.
Tela e pittura materica sono state i punti di partenza della sua ricerca, all’insegna di un ritmo compositivo e di una gestualità di matrice pollockiana. “Lui sgocciola, io buco”: così un laconico De Marchi esprime il suo debito verso Pollock e verso la poetica del momento creativo inteso quale atto performativo e traccia della presenza umana. Il passaggio successivo vedrà la tela carica di colore sostituita dai supporti rigidi, al cui potente ordine spaziale l’artista si convertirà definitivamente. L’ultimo colpo di lima a una ricerca che vuole essere il più possibile alleggerita e affrancata da ogni tipo di retaggio storico e culturale è stato quello dell’abbandono della forma simbolica a vantaggio di una trama lineare scandita da quasi infiniti piccoli fori.
È con questa linearità del togliere che De Marchi insiste sull’idea del momento creativo come attraversamento e scrittura. Quello che vediamo è prima di tutto la traccia di una personale operazione meditativa e quasi rituale della quale i buchi rappresentano il risultato finale, una testimonianza piuttosto che un dato di fatto. Non si tratta di quel perforare per passare oltre a cui aspiravano ricerche come quella di Fontana. Si tratta di occupare e raccontare lo spazio con la sintassi universale ed elegante di un alfabeto possibile.
Francesca Coccolo
Udine // fino al 7 dicembre 2014
Riccardo De Marchi – Alfabeto possibile
CASA CAVAZZINI
Via Cavour 14
0432 414772
[email protected]
www.udinecultura.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38694/riccardo-de-marchi-alfabeto-possibile/
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