Una rivista e una galleria. Azimut/h a Venezia

Collezione Peggy Guggenheim, Venezia - fino al 19 gennaio 2015. Enrico Castellani e Piero Manzoni promotori di nuove e inedite pratiche dell’arte. Al centro sono la spazialità, l’oggetto, ma anche il gesto e il comportamento. La dualità è perfetta e pronta per una diaspora che dà ancora i frutti nelle nuove generazioni.

In questi ultimi anni, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia sta svolgendo un grande lavoro ricognitivo sul Novecento con un duplice scopo. Il primo, sicuramente, è quello di documentare e favorire la conoscenza anche al grande pubblico di artisti e movimenti cha hanno agito nel secondo dopoguerra, sia italiano che americano; il secondo, più impegnativo ma necessario, è quello di fare un’attenta analisi degli sviluppi artistici che si sono verificati negli anni subito dopo la Seconda guerra con i più recenti contributi critici.
La crescente attenzione, nazionale e internazionale, per l’arte italiana ha posto al centro dell’esposizione, in questo caso, i fondatori della galleria Azimut e della rivista Azimut/h, Enrico Castellani e Piero Manzoni, che “esauriscono” questa fondamentale esperienza in undici mesi, dal settembre 1959, uscita del primo numero della rivista, al luglio del 1960, mese nel quale si chiude la galleria. Tutto questo succede a Milano perché è la città simbolo della rinascita economica italiana nel dopoguerra e dove correnti come lo Spazialismo e poi il Movimento di Arte Nucleare intaccano l’egemonia dell’Informale.

AZIMUT-H. Continuità e nuovo – Peggy Guggenheim Collection – Ph. Matteo De Fina

AZIMUT-H. Continuità e nuovo – Peggy Guggenheim Collection – Ph. Matteo De Fina

Azimut/h è in stretta relazione, reattiva e attiva, con questo contesto artistico e culturale. Architettura, design e arte sono in stretta connessione, non solo per contiguità esistenziale, ma soprattutto teorica. È un’epoca, questa di Milano, irripetibile negli anni successivi, ma che – come tutte le istanze d’avanguardia – precede il tempo a venire come disseminazione infinita.
Nelle sei sale che ospitano la mostra, molto dense di opere e di documenti, che attestano la capillare rete della rivista e dei suoi effetti, anche all’estero, su artisti e movimenti, si respira l’energia che quell’esperienza ha prodotto. Luca Massimo Barbero parla di una mostra “per contesti, come l’area dedicata alle anticipazioni che la rivista Azimuth offre al panorama americano contemporaneo con Johns e Rauschenberg, oltre a due riferimenti italiani come Fontana e Burri, una parte su monocromia/acromia e anche una sala più ‘oggettuale’ che si presta a riflessioni e collegamenti tra Nouveau Réalisme, New Dada e Pop Art”.

AZIMUT-H. Continuità e nuovo – Peggy Guggenheim Collection – Ph. Matteo De Fina

AZIMUT-H. Continuità e nuovo – Peggy Guggenheim Collection – Ph. Matteo De Fina

Lo spazio d’azione di Azimut/h e l’intento della mostra non è solo quello di “riunire e rileggere” filologicamente l’esperienza particolare dei protagonisti, attraverso “ogni opera”, ma è anche quello di documentare.
Il prezioso volume che l’accompagna va inteso come “chiave di ogni lavoro esposto” e testimonia la complessità della ricerca, specifica e contestuale, sviluppata per questo progetto durato due anni.

Claudio Cucco

Venezia// fino al 19 gennaio 2015
Azimut/h. Continuità e nuovo
a cura di Luca Massimo Barbero
Catalogo Marsilio
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Dorsoduro 701
041 2405411
[email protected]
www.guggenheim-venice.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37407/azimuth-continuita-e-nuovo/

 

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Claudio Cucco

Claudio Cucco

Claudio Cucco (Malles Venosta, 1954) attualmente è residente a Rovereto. I suoi studi di Filosofia sono stati fatti a Bologna, è direttore della Biblioteca di Calliano (TN) e critico d’arte. S’interessa principalmente di arte contemporanea e di architettura e dell’editoria…

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