Il di-segno lascia il segno al Castello di Rivoli
Castello, Rivoli – fino al 25 gennaio 2015. Tratto, descrizione, annotazione, pittura: sono alcune delle forme che il disegno può assumere. Nello spazio della Manica Lunga e nelle sale del terzo piano del Castello, centosettanta opere di sessantuno artisti sono raccolte per delineare un tema di ampio respiro. Mentre il museo festeggia i suoi primi trent’anni.
Intenzione Manifesta. Il disegno in tutte le sue forme, curata da Beatrice Merz e Marianna Vecellio, è un “progetto” (come scrive la Merz nel catalogo edito da Corraini): l’intenzione appunto è quella di raccogliere le forme espressive del disegno. Si attraversano cent’anni d’arte, da Pablo Picasso, Joan Miró, Giorgio Morandi ad artisti come Micol Assël, Dahn Vo, Lara Favaretto.
Il segno, di-segno in tutte le sue varianti: come punto di partenza della collezione, come appunto, schizzo o studio. L’esprimere e imprimere su un foglio a volte è sconosciuto perché atto intimo o ritenuto mero momento d’indagine. Queste tracce rappresentano però l’animo dell’artista, il pensiero, la poetica che siamo abituati a ricercare nell’opera “compiuta”. Si denotano le sezioni, che descrivono al meglio gli scopi. Da Tracce, Paradossi della prassi e Racconto dell’essere artista, a Concetto senza tempo, Disegno politico, a Citazione come memoria, Chiaroscuro, ovvero della raffigurazione, Scrittura del mondo, Disegno pratica progettuale fino ad Azione, che raccoglie anche video, come quello di Matthew Barney Drawing restraint 18 (2010) o le esplosioni di Cai Guo-Qiang.
Lousie Bourgeois dichiarò che il disegno è stato il suo diario più importante: The Beating of The Heart (2006) lo figura con raggi bianchi e rossi acquarellati. I disegni di Keith Haring da sempre utilizzano questa tecnica per rendere le superfici cariche di energie. Mircea Cantor con Sic transit gloria mundi (2012-14) disegna un muro attraverso micce e nastro adesivo. Inner TV (1988) di Thomas Schütte analizza un mezzo di comunicazione con matita e acquarello.
Groma (1984-89) di Luciano Fabro non è tradizionalmente considerato un disegno; inserito quindi in una sezione denominata Paradosso della prassi, pare una giustificazione. Anche se la pratica dell’opera è spinta verso questo linguaggio. Pratiche sono anche i disegni di Pinot Gallizo, modelli per le sculture di Goshka Macuga.
Waterline (1989) di Richard Long rientra nella sezione di Scrittura del mondo. Linee d’acqua sono tracciate lungo venti metri di PVC, diventando poetica artistica. Le ventisette cornici di Marisa Merz, sapientemente appese, esprimono al meglio il concetto di Chiaroscuro ovvero della raffigurazione, invitandoci nell’intimo dell’artista.
Una rassegna che racconta, racchiude, suggerisce i diversi significati che il disegno può assumere. Siamo invitati a scoprirli, approfondendo la nostra conoscenza del linguaggio dell’arte.
Giorgia Quadri
Rivoli // fino al 25 gennaio 2015
Intenzione Manifesta. Il disegno in tutte le sue forme
a cura di Beatrice Merz e Marianna Vecellio
CASTELLO DI RIVOLI
Piazza Mafalda di Savoia
011 9565222
[email protected]
www.castellodirivoli.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/36620/intenzione-manifesta/
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