Il Mississippi a Bergamo e il sogno svanito del Premio Bonaldi
GAMeC, Bergamo – fino all’11 gennaio 2015. Due mesi e mezzo: questo è il tempo che è stato necessario a Sam Korman, giovane vincitore della settima edizione del Premio Bonaldi per l'arte, per concludere il suo progetto di curatela al museo lombardo. Titolo della mostra: “Mississippi”. Testo di ispirazione: “Le avventure di Huckleberry Finn”. Parola chiave: pazienza.
Tutto è iniziato in autunno. Sam Korman, ventiseienne e americano dal curriculum interessante, incanta i quattro giudici del Premio Bonaldi con un progetto ricchissimo di idee ma totalmente privo di contenuto. Infatti Sam propone di realizzare una mostra che inizi con uno spazio vuoto, riempito man mano dall’intervento di tre artisti (Elaine Cameron-Weir, Jacob Kassay, Josh Tonsfeldt) che, dialogando con il territorio, lo spazio, le opere degli altri, produrranno qualcosa. Il concetto è che, se il continuo scorrere delle acque del Mississippi ha creato quel flusso energetico che ha permesso a Huck Finn e Jim di confrontarsi, crescere e realizzarsi, lo stesso potrebbe succedere agli artisti all’interno del museo, trasformato in uno spazio libero da vincoli e codici.
Per questo motivo all’inizio di ottobre tutti sono passati per le sale dello Spazio Zero ad ammirare un’idea. Pazienza, ci vuole pazienza e coraggio ché, seppur il principio non è nuovo, il punto di arrivo potrebbe essere sensazionale. Pochi giorni fa il terzo capitolo di questo progetto si è chiuso: manca solo il designer (David Knowles) che, seguendo lo stesso principio, realizzerà il catalogo. I tre artisti hanno vissuto ognuno tre settimane in residenza a Bergamo, realizzando le loro opere e colmando lo spazio vuoto di Mississippi.
E ritorna la pazienza. Necessaria a capire che, in realtà, il work in progress non si è concluso, ma come dice lo stesso Sam queste opere devono ancora costruire una relazione di senso fra di loro, lo spazio e lo spettatore. Pazienza, dunque. E coraggio. Perché, come hanno ricordato sia il nuovo presidente della GAMeC sia i referenti del premio, ci vuole coraggio a premiare un progetto così etereo e a confrontarsi con questo lavoro.
Oltre alla pazienza e al coraggio c’è una domanda. Come dichiarato dal foglio di sala, Mississippi spinge il pubblico a chiedersi: “Che cosa compone effettivamente l’opera: l’artista, il curatore, il designer, l’osservatore?”. E a non voler dare una risposta si rischia che l’opera non la componga proprio nessuno. Non a caso uno dei più grandi curatori al mondo, Hans Ulrich Obrist, ama ricordare come Alighiero Boetti gli abbia insegnato una grande verità sul mestiere: “Mi disse che come curatore avrei dovuto cercare di realizzare con gli artisti i progetti non realizzati, chiedere a loro non le solite opere ma le loro utopie. Solo così avrei potuto essere utile all’arte. Da quel momento il mio ruolo diventò quello di realizzatore di sogni”. Ecco l’inghippo. Il progetto scelto dal Premio Bonaldi presentava un sogno. Probabilmente dalle parole di Sam Korman l’idea di questo viaggio artistico sarà sembrata nuova e avvincente come il libro da cui ha tratto ispirazione. Ma a conti fatti nella realtà il sogno non c’è. Pazienza.
Astrid Serughetti
Bergamo // fino all’11 gennaio 2015
Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte 2014 – Mississippi
a cura di Sam Korman
artisti: Elaine Cameron-Weir, Jacob Kassay, David Knowles (designer), Josh Tonsfeldt
GAMEC
Via San Tomaso 53
035 270272
www.gamec.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38651/premio-lorenzo-bonaldi-per-larte/
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