Il rigore estremo di Stephen Felton. Da Frutta, a Roma
Frutta Gallery, Roma – fino al 13 dicembre 2014. Dieci tele tutte dello stesso grande formato, tutte dipinte con un fondo bianco, tutte percorse da segni colorati dello stesso spessore. È Stephen Felton con “Remember me, maybe”.
Una volta stabiliti i limiti dettati dal “foglio” e dal pennello, Stephen Felton (Buffalo, 1975; vive a New York) può iniziare a dipingere tracciando nello spazio della tela tratti nitidi e decisi sempre dello stesso spessore, scegliendo un unico colore per ogni lavoro. L’artista rappresenta oggetti, concetti e anche situazioni, e lo fa togliendo il superfluo e lasciando solo l’essenziale; il risultato ottenuto consiste in disegni a fil di ferro che sono la sintesi estrema del tema di partenza. I segni scarni di Felton hanno un forte impatto comunicativo: diventano simboli, loghi. E se da una parte questa rappresentazione schematica delle forme fa sì che le opere risultino facilmente leggibili e comprensibili, dall’altra c’è un rimando a tutto il mondo iconografico che sta dietro a quel simbolo: i grafismi preistorici, le prime forme di scrittura, i geroglifici egizi. E inoltre l’iconografia religiosa e la simbologia storica (pensiamo alla corona di alloro di Gold).
Barbara Di Tanna
Roma // fino al 13 dicembre 2014
Stephen Felton – Remember me, maybe
FRUTTA GALLERY
Via Giovanni Pascoli 21
06 68210988
[email protected]
www.fruttagallery.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/39945/stephen-felton-remember-me-maybe/
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