Arianna Carossa alla Rooster Gallery. Ovvero il Gattopardo a New York

Rooster Gallery, New York – fino al 17 gennaio 2015. “Siamo l’Impero alla fine della decadenza”. E Arianna Carossa, ormai stabilmente a New York, esordisce da Rooster con una personale… gattopardesca.

Come il famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa riflette sul diniego della decadenza del proprio ceto da parte di una famiglia di principi aristocratici e sull’illusione della staticità di una situazione perpetua, così la mostra di Arianna Carossa (Genova, 1973) riflette sulla decadenza contemporanea dell’arte, dovuta all’abuso dell’oggetto artistico e alla mancanza di una reale ricerca. I lavori esposti si collocano in una realtà atemporale, in cui Carossa ricerca le origini del prodotto artistico scavando nei meandri della storia dell’arte. E ne fuoriesce con idee brillanti nella loro ironia. Un ananas comodamente adagiato sulla panca di una chiesa, quadri realizzati spalmando olio trasparente sul legno, così da farne riemergere la storia, dipinti con dettagli d’ispirazione rinascimentale. Diretta referenza per Carossa è Paolo Uccello che, come dice Vasari, “non ebbe altro diletto che investigare alcune cose di prospettiva difficili e impossibili”. Carossa invece sembra non avere altro diletto che investigare i dietro le quinte di questo luccicante teatro mondano che è il mondo dell’arte contemporanea, assumendosi la responsabilità di essere uno dei suoi protagonisti.

Ludovica Capobianco

New York // fino al 17 gennaio 2015
Arianna Carossa – Gattopardo
ROOSTER GALLERY
190 Orchard Street
+1 (0)646 6372097
[email protected]
www.roostergallery.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati