Le avanguardie oltre il potere. Quello sovietico
Palazzo Chiablese, Torino – fino al 15 febbraio 2015. Centinaia di opere di inizio Novecento, tra cui dipinti di Marc Chagall, Vladimir Tatlin e Aleksandr Rodchenko, sono state salvate dal mecenate George Costakis. E ora stanno facendo il giro del mondo.
Vasilij Kandinsky, Marc Chagall, Vladimir Tatlin, Aleksandr Rodchenko, Lyubov Popova, Aleksandra Ekster, Kazimir Malevic. Sono la testimonianza dell’arrivo in Russia delle avanguardie che a inizio Novecento fiorivano a Parigi e di come un gruppo nutrito di giovani artisti abbia saputo reinterpretarle in modo del tutto originale, innescando una vera e propria rivoluzione delle forme estetiche.
In Russia, a fine Ottocento, regnava indisturbato il figurativo, con anche un ritorno alla tradizione locale slava-bizantina, ma le correnti simboliste, post-impressioniste e poi cubiste e futuriste non tardarono a trovare un filo diretto con Mosca, dove erano in piena attività gruppi artistici come il Phalanx (1901) di Kandinsky, Il Vello d’oro (1907) e poi Il Fante di Quadri (1910) di Chagall, Malevic, Tatlin, Popova, Ekster, Kljun, Larionov.
Seguendo la grande spinta occidentale, si approdò a un innovativo Cubo-futurismo (1912-1916), arrivarono il Raggismo di Larinov e Goncarova (1913), il Costruttivismo di Tatlin (1913), il Suprematismo (1915) di Malevic, il Proiezionismo (1921) di Solomon Nikritin e Sergej Luciskin, l’Arte Analitica di Pavel Folonov (1925). Molte teste e molti movimenti maturarono in un messaggio globale di rinnovamento che anticipò con la pittura, come spesso accade, nuovi modelli del comportamento, arti applicate, moda, mobili e architettura, propaganda e grafica.
Poi arrivò Stalin e l’affermarsi del Realismo Socialista (dal 1934 fino a quasi tutti gli Anni Ottanta) fece rallentare la sperimentazione astratta. L’Unione Sovietica aveva a disposizione un unico soggetto da raffigurare: il socialismo.
Per questo è ancora più importante riconoscere il ruolo di chi ha saputo valorizzare e salvare personalità e opere d’avanguardia sotto una guida forte, e coraggiosa: quella del mecenate moscovita di origini greche George Costakis. E per questo, con l’arrivo della mostra a Torino, si è parlato quasi più della sua storia personale che delle opere in esposizione.
Fu nel 1946 che questo autista d’ambasciata e collezionista un po’ inesperto rimase folgorato da un’opera di Olga Rozanova e decise così di arricchire sempre più una collezione che negli Anni Settanta era diventata tanto cospicua e importante da finire in parte alla Galleria Tret’jakov, il museo di Mosca che ospita le più grandi opere russe, e in parte al Museo statale d’Arte Contemporanea di Salonicco, restando fino ad oggi il nucleo museale principale.
Angela Pastore
Torino // fino al 15 febbraio 2015
Avanguardia russa. Da Malevič a Rodčenko. Capolavori dalla collezione Costakis
a cura di Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou
Catalogo Skira
PALAZZO CHIABLESE
Piazza San Giovanni 2
011 5220450
[email protected]
www.piemonte.beniculturali.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38633/avanguardia-russa/
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