Timur Kerim Incedayi. Del ponte fra Roma e Istanbul
Macro, Roma – fino al 1° marzo 2015. Due città, due storie, due civiltà. E Una memoria pittorica che funge da ponte fra Oriente e Occidente. Il Metropolismo nella pittura di Timur Kerim Incedayi.
Pur essendo nato sul Bosforo, Timur Kerim Incedayi (Istanbul, 1942) si specializza a Roma. In questo contesto conosce e sperimenta le maggiori correnti pittoriche e i più grandi artisti del momento: Guttuso, Maccari, Montanarini. A lui si deve la fondazione del movimento metropolista (Metropolismo, 1987) insieme a Paladini, Sciacca e Grippo. Quella del Macro è una mostra celebrativa quanto comparativa: Roma e Istanbul condividono un passato artistico imponente che le accomuna soprattutto nell’area mediterranea.
Una pittura misteriosa, dal carattere metafisico e rarefatto; piena di misticismo orientale ed esoterismo. Quella di Incedayi è un mix di ibridazioni artistiche che mescola sapientemente la composizione occidentale alla cultura mistica orientale; e questa è sicuramente la sua principale caratteristica. In questo modo Roma si avvicina a Costantinopoli e Bisanzio a Istanbul. Non ci sono più le tracce della prima maniera, che lo vedevano legato al mondo industriale: è avvenuta una sorta di purificazione, l’ispirazione è diventata univoca abbracciando magicamente il mondo del sogno e della meraviglia, caro alla tradizione dell’Est.
In mostra circa cinquanta opere di vario formato e tecnica; per l’occasione la Canson e la Arches hanno addirittura realizzato un supporto apposito per le tavole. Nei suoi lavori prevale un concetto di spiritualità al di là della definizione, una simbiosi interiore a metà tra culto e bellezza. La storia si fonde nel mito e la collocazione atemporale rende il tutto universale e magico. Eros, nostalgia, speranza, ma anche proiezione nel futuro sono i temi che le sue opere comunicano. Colori caldi emergono dalle chine, i pastelli, gli oli; un calore sempre tenue e ben dosato. Alchimia sapienziale, equilibrio, posatezza, maestria e scienza.
Si può parlare sia di sacralità che di spiritualità, intimamente legati al concetto di patria, al senso di appartenenza. Eloquenza e semplicità di sentimento, ma anche una sottile complessità nella sapienza pittorica. Filosofia del colore, di cui le opere diventano un riflesso. Un’arte in definitiva fluida, ornata, ricca. Una continua ricerca del simbolo e della percezione tra favola e scienza. La più profonda e riuscita idealizzazione del senso di solitudine. Ultimo tentativo di ripresa del senso romantico di distruzione nei confronti dell’antico.
Così Incedayi si erge a paladino del recupero di una metastoria visionaria e archetipica. Sostituendo allo spasmo presente il recupero di una distensione nostalgica del ricordo.
Michele Luca Nero
Roma // fino al 1° marzo 2015
Timur Kerim Incedayi – Roma e Istanbul
MACRO
Via Nizza 138
06 671070400
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www.museomacro.org
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http://www.artribune.com/dettaglio/evento/41898/timur-kerim-incedayi-roma-e-istanbul/
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