Umano effimero. Le catastrofi di Pablo Genovés
Sala Canal Isabel II, Madrid – fino al 22 marzo 2015. Fotografie, immagini digitali elaborate a partire da vecchie stampe del primo Novecento. E un video, il primo realizzato da Pablo Genovés. In una mostra per riflettere sul carattere effimero dell’uomo e delle sue costruzioni.
Pablo Genovés è un fotografo che si nutre di immagini altrui. La sua arte consiste principalmente nell’assemblare vecchie fotografie di diversissima provenienza, la maggior parte prive di negativo, tratte da pubblicazioni varie, cartoline e antichi volumi dei primi trent’anni del Novecento, per inghiottirle nel suo ampio catalogo di catastrofi.
Classe 1959, madrileno di nascita ma formatosi a Londra, Genovés è noto da tempo a livello internazionale, anche se per la prima volta la sua città gli dedica una retrospettiva in uno degli spazi emblematici della fotografia. La mostra, dal titolo El ruido y la furia, riunisce opere realizzate tra il 2009 e il 2014, esposte nella Sala Canal Isabel II, torre esagonale che un tempo fu deposito dell’acqua, splendido esempio di architettura industriale che la Comunidad de Madrid riserva alla fotografia e alla videoarte.
Totalmente prive di figure umane, le trentotto opere di Pablo Genovés sono per la maggior parte foto in bianco e nero, di medio e grande formato, che sorprendono per la singolarità dei soggetti. Si tratta della complessa elaborazione e sovrapposizione digitale di immagini di interni, quasi tutte architetture barocche o ambienti dagli spiccati dettagli rococò: chiese, teatri, biblioteche, o ancora decadenti sale di palazzi del Sei-Settecento. Luoghi ricreati al computer in un perfetto collage ma del tutto immaginari, che – malgrado un’apparente e affascinante realismo – non esistono nella realtà, perché il vero non è l’interesse precipuo dell’artista.
Genovés si appropria infatti di foto che incontra in mercatini e antiquari di tutt’Europa per dar loro nuova vita attraverso i mezzi digitali, aggiungendo, laddove l’effetto catastrofico vuol essere più intenso, elementi naturali come l’acqua, il fuoco o il fumo, segni del passaggio inevitabile della furia devastatrice della natura sulle fragili costruzioni dell’uomo. Ecco dunque una biblioteca invasa dalle acque di una marea post-glaciazione o la sala di un antico museo squarciata da una implosione interna delle sue stesse fondamenta, con le tubature che emergono come viscere impazzite. Oppure ancora, gli angeli, le statue e le decorazioni di una chiesa barocca che si dibattono sotto l’impeto di un’inarrestabile inondazione, o una pala d’altare che si intravede oltre il denso fumo di un incendio o di un vulcano.
Nelle immagini di Genovés la natura domina e invade gli antichi luoghi del potere e della cultura creati dall’uomo, che a poco a poco si disfano e mostrano tutta la loro malinconica fragilità, siano i resti di un terremoto, di un naufragio e di un incontrollabile decadimento.
L’ascensione verso la sommità della torre, immersa nel buio, è parte fondamentale del percorso visivo alla scoperta dell’arte di Genovés. Al termine della visita, infatti, in una sorta di piccolo pantheon circolare, è possibile godere dei dieci minuti del primo, e per ora unico, video firmato dall’artista. “Un esperimento del tutto nuovo per me”, spiega lo stesso Pablo Genovés, “realizzato passando gradualmente dal fotogramma al video, utilizzando cioè ancora il linguaggio fotografico del fermo immagine, statico”, e affidando gli effetti fittizi del movimento a un sottofondo sonoro persistente, rumore d’acqua o di vento, come nei vecchi film muti, che a poco a poco si trasforma in voce umana.
Federica Lonati
Madrid // fino al 22 marzo 2015
Pablo Genovés – El ruido e la furia
SALA CANAL ISABEL II
Calle Santa Engracia 125
www.madrid.org
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