Calchi e sovraimpressioni. Biscotti e Fumai al Museion
Museion, Bolzano – fino al 25 maggio 2015. Due artiste sull’orlo della consacrazione mid-career. Una mostra antologica e un progetto performativo che si intersecano e sovrappongono. Condividendo un approccio militante alla memoria storica.
Dopo Manifesta, Documenta e Biennale di Venezia, per Rossella Biscotti (Molfetta, 1978; vive a Bruxelles) arriva anche la consacrazione museale in Italia. Al quarto piano del Museion di Bolzano, Letizia Ragaglia cura una mostra antologica estesa ma succinta: un progetto capace di testimoniare in sole cinque tappe i peculiari metodi di ricerca e produzione dell’artista. La riattivazione di impronte storiche e umane è infatti una tra le cifre distintive nel lavoro di Biscotti, e qui viene sviluppata ulteriormente, nella scelta di portare in mostra non solo le opere già esposte, ma anche i calchi di alcune (Le Teste in Oggetto) e le impressioni di altre (Gli anarchici non archiviano). Una pratica che non contraddice però il nucleo concettuale della sua poetica: sul piano teorico, infatti, l’inversione si risolve in uno slittamento, capace di potenziare nel fruitore lo stimolo all’indagine critica.
A questo si lega poi la principale dominante della ricerca di Biscotti, un impegno sociale e politico diretto, incarnato in parte da tutti i lavori, ma soprattutto da L’ergastolo di Santo Stefano. La principale protagonista dell’esposizione resta quindi la Storia, anche se la mise en abyme del processo di impressione rischia una deriva sottile: quando la storia da ricalcare non è più solo quella con la “S” maiuscola, ma anche quella poco più che decennale di un percorso di ricerca artistica.
Il progetto di Biscotti è poi integrato da un’ulteriore “sovraimpressione”, quella operata da Chiara Fumai (Roma, 1978; vive a Bruxelles). Il dialogo tra le due artiste nasce in maniera pressoché spontanea, e non stona affatto la “forzatura” applicata da Fumai al discorso di Biscotti. Il fantasma della giornalista e terrorista Ulrike Meinhof infesta una visita guidata alla mostra, deviandone la focalizzazione storico-identitaria, ma sviluppandone al contempo le potenzialità di veicolo ermeneutico. Fumai conferma così le caratteristiche di una pratica di ricerca volta a decostruire il logocentrismo del discorso dominante, facendo del proprio corpo il luogo (ma non il centro) di tale perturbazione.
La performance si struttura nel difficile equilibrio tra funzione medianica e urgenza comunicativa, rasentando l’inconsistenza di un toppo rigido “copione” ospitato nella project room (con taglio pressoché didascalico, tra scrittura automatica e stregoneria), ma poi smontandolo a sua volta per lasciare sul campo una presenza vibrante e fantasmatica, più vivida del reale.
Simone Rebora
Bolzano // fino al 26 aprile 2015
Chiara Fumai – Der Hexenhammer
a cura di Frida Carazzato
Bolzano // fino al 25 maggio 2015
Rossella Biscotti – L’avvenire non può che appartenere ai fantasmi
a cura di Letizia Ragaglia
Catalogo Walter König
MUSEION
Via Dante 6
0471 223413
[email protected]
www.museion.it
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