La frontiera esistenziale. I confini geo-politici in Vanessa Winship
Fondazione Stelline, Milano – fino al 22 marzo 2015. Un lungo viaggio fra Balcani e Caucaso. Così si è costruita la personale di Vanessa Winship. Per una serie fotografica che riflette su precarietà e ambiente.
Vanessa Winship (Barton-upon-Humber, 1960) è la fotografa del confine per eccellenza; ha lavorato in diverse aree geografiche, tra cui i Balcani, il Mar Nero e il Caucaso. I suoi scatti paesaggistici contengono le microstorie che non vediamo direttamente, tanto quanto i suoi ritratti in posa parlano dell’ambiente fisico, sociale e politico circostante. La storia con le sue cicliche evoluzioni si legge sui volti, nei gesti e nei corpi così come nelle modificazioni del paesaggio. Lo spazio pubblico e privato spesso si condensa e amplifica su un evento collettivo, o un ritratto che verrebbe da classificare come intimo, mentre è esso stesso ambiente. Quello che si vede è allora geografia umana, dove le storie mute, espresse dalla forza di un’immagine, divengono racconto e approfondimento silenzioso. L’artista, prima donna a vincere nel 2011 il premio Henri Cartier-Bresson per la fotografia, approfondisce temi come l’identità e la vulnerabilità dell’esistere, esprimendolo spesso attraverso uno spazio esistenziale carico dell’instabilità della vicenda storica contemporanea. Una mostra importante, che unisce la sapienza tecnica e artistica al racconto travagliato del nostro tempo, fatto soprattutto di precarietà, sradicamento e flussi migratori.
Laura Ghirlandetti
Milano // fino al 22 marzo 2015
Vanessa Winship
FONDAZIONE STELLINE
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02 245462411
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