Cibo su tela e cassette d’arance. Charles Mayton all’American Academy
American Academy, Roma – fino al 10 maggio 2015. Tele, certo, ma anche pittura su cassette che contenevano arance, oppure su supporti intrecciati come fossero di vimini. Il primo solo show di Charles Mayton in Italia.
La pittura non finisce mai. La puoi ricreare, circoscrivere, aggredire, ma lei rimane immobile nel tempo come un ostacolo virtuoso da affrontare o un sottofondo autorevole da imprigionare. E, come in questo caso, sottintende la volontaria impotenza di una reale sintesi su una tematica precisa.
È il primo impatto con la mostra personale, la prima in Italia, di Charles Mayton (Dallas, 1974; vive a New York), tra i protagonisti della celebre collettiva Painter Painter a Minneapolis, che – nelle due ampie sale dedicate alle arti visive dell’American Academy a Roma – mette in scena una vera e propria orchestra di moduli dalle differenti tonalità e cromie, un concentrato di strati pittorici molto distanti, accomunati dal tema della convivialità alimentare. Con la volontà di comprimerne la densità in spazi di cornice uguali e definiti, per poi rinunciarvi, sforando i supporti, e tornando a sedimentarla su altri – meno nobili della tela – rudimentali e di concetto, quanto evanescenti. Mayton mette sullo stesso piano figurazione e astrazione, aggiungendo un segno di oggettualità del supporto che si estende nella narrazione, tanto da annullarla e privarla di continuità figurativa.
L’intero progetto, Tableau, Table, Tavolo, è scaturito dal soggiorno romano in Accademia di Mayton, ispirato dall’invidiabile convivialità della comunità – brillantemente guidata per l’arte da Peter Benson Miller – degli artisti residenti. Ritrovarsi intorno a un tavolo e convertire il tema del cibo a condizione fondante per riaffrontare le convenzioni della pittura, a partire dai tratti di un viso sconcertato abbozzato direttamente su una cassetta di cartone da frutta, in questo caso per le arance (Tavolino). Sulle tele, allestite a distanza dalle opere provviste di altri supporti, si estende un vocabolario sussultorio: dall’astratto, con campiture bloccate su fondi piatti, rossi o verdi, alla descrizione precisa dei frutti (limoni e uva) poi sovrapposti da altri simboli, come occhi umani.
Se in qualche modo Mayton si accosta al tema del cibo, attualmente in voga per via di Expo, risulta ironico, quasi cinico, nella sua ricerca martellante che non giunge mai a un chiarimento: la parte del vissuto edibile si dilegua, nella sua modesta importanza, sepolto sotto i labirinti di una ricerca pittorica senza limiti, che non manca di rivisitare la consistenza del supporto: come in Table (Gusto) e Table (Alla Prima), dove la tela, già dipinta, viene tagliata in strisce sottili e poi reintrecciata, all’antica maniera delle ceste di saggina.
Claudia Colasanti
Roma // fino al 10 maggio 2015
Charles Mayton – Tableau, Table, Tavolo
a cura di Peter Benson Miller
AMERICAN ACADEMY
Via Masina 5
06 58461
[email protected]
www.aarome.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/43223/charles-mayton-tableau-table-tavolo/
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