Leonardo da Vinci a Milano. A Palazzo Reale dopo sei anni di ricerca
Al via la grande mostra su Leonardo da Vinci al Palazzo Reale di Milano. Uno sforzo curatoriale e organizzativo durato sei anni, con prestatori d’eccellenza: dal Louvre alla Regina Elisabetta. E il boccone amaro, ancora non digerito, del veto degli Uffizi al prestito dell’Annunciazione.
Un’impresa ambiziosa, quella di una grande monografica su Leonardo da Vinci (Anchiano di Vinci, 1452 – Cloux, 1519), perseguita con passione (e con uno sforzo notevole da parte di Skira, che l’ha prodotta) e che fa definitivamente tramontare il sogno di poter allestire mostre antologiche complete sui grandissimi del passato. Ma, nonostante i rifiuti di prestiti eccellenti rimbalzati nei rumors dei mesi scorsi, il risultato è stato raggiunto.
L’impostazione curatoriale data al percorso ha fatto sì che, in maniera elastica, alcune maglie dell’allestimento potessero allargarsi o restringersi per accogliere al loro interno capolavori leonardeschi (e non) incastonati come tante gemme.
Il tessuto connettivo è dato dai disegni di Leonardo in mostra: tanti, autografi. Allestiti con sapiente illuminazione, rendono grande l’emozione di trovarsi al cospetto, a pochi centimetri, dal tratto “a punta metallica, penna e inchiostro” del cosiddetto Uomo vitruviano.
Il continuo rimando fra disegni e opere pittoriche arricchisce queste ultime di significati e spessore iconografico in più casi: l’accostamento fra il leonardesco Studio prospettico per l’Adorazione dei Magi (1481 ca.) e l’Adorazione dei Magi (1487) di Ghirlandaio; la carta con le “annotazioni sui gorghi d’acqua” esposta di fianco al San Giovanni Battista (1506-15 ca.) i cui capelli sono raffigurati come piccoli mulinelli di risucchio.
La Pianta di Milano (dal Codice Atlantico), del 1507-1510, con i Disegni di fortezze (1497-1500 ca.), di Francesco di Giorgio Martini e il volume a stampa del De re aedificatoria (1485) di Leon Battista Alberti presentati in una sala unica insieme con la Città ideale (ultimo quarto del Quattrocento), mai uscita finora dalla Galleria Nazionale delle Marche, rendono perfettamente il clima di tensione ideale del primo Rinascimento nei confronti della teorizzazione intorno alle nuove forme di città.
Ma il contributo critico che la mostra vuol apportare va oltre la presentazione di Leonardo finalmente calato all’interno del proprio tempo, e così la problematica attribuzione della Madonna Dreyfus (1469-1470 ca.) viene invece rafforzata dal parallelo con La Madonna col Bambino (1480-1485 ca.) di Lorenzo di Credi.
Il disegno come strumento di indagine del mondo viene indagato a fondo, durante tutto il ben strutturato percorso della mostra, che diventa fragile solo nella fase finale dedicata ai “leonardeschi” prima e al “mito” di Leonardo in chiusura. Argomenti troppo vasti da poter essere evocati in poche (anche se ironiche) battute, meritevoli piuttosto di altrettante future mostre a tema.
Giovanna Procaccini
Milano // fino al 19 luglio 2015
Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo
a cura di Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio
Catalogo Skira
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
02 875672
www.skiragrandimostre.it/leonardo/
MORE INFO:
www.artribune.com/dettaglio/evento/43906/leonardo-da-vinci-1452-1519/
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