Pietro Ghizzardi, il pittore contadino. Negli scatti di Berengo Gardin

Casa Museo Al Belvedere, Boretto – fino al 29 giugno 2015. L’umanità, la sincerità, la tenerezza del pittore-contadino. Negli scatti del fotografo Gianni Berengo Gardin, per una mostra nell’ambito del festival Fotografia Europea.

BERENGO GARDIN, ZAVATTINI E IL PAESE CHE CAMBIA
Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930) ha saputo cogliere nello sguardo di Pietro Ghizzardi (Viadana, 1906 – Boretto, 1986) la tenerezza, l’umanità e la semplicità che prendono forma e colore sulle tele del pittore.
Il fotografo lo conobbe in occasione di quel viaggio straordinario tra i paesi della Bassa reggiana, durante il quale ad accompagnarlo c’era Zavattini. Un viaggio che si concretizzò nella pubblicazione di Un paese vent’anni dopo. Erano trascorsi due decenni di radicali cambiamenti dalla pubblicazione del progetto fotografico di Paul Strand, Un paese, testimonianza culturale legata alla terra, al lavoro e alla lotta della civiltà contadina prima dell’avvento del capitalismo. La sensibilità di Ghizzardi, uomo umile e artista, incontrò in quell’occasione quella del fotografo.

Pietro Ghizzardi, Gianni Berengo Gardin, 1975 ca.

Pietro Ghizzardi, Gianni Berengo Gardin, 1975 ca.

CORPI SELVAGGI
La Casa Museo Al Belvedere Pietro Ghizzardi, oggi punto di riferimento per istituzioni e collezionisti, ospita le bellissime fotografie di Gianni Berengo Gardin in una mostra curata da Giulia Morelli e Nicolò Cecchella, e inaugurata alla preziosa e amichevole presenza dell’autore in occasione di Fotografia Europea.
Gli scatti riproducono gli interni modesti della casa dell’artista-contadino, le passeggiate lungo gli argini del Po, l’incontro con donne, uomini e animali, la pittura e la scrittura. Le opere di Ghizzardi sono celebrazioni della libertà, della natura, della profondità di uno sguardo capace di cogliere la bellezza oltre la forma. A una lettura superficiale soltanto corpi carnali, negazioni della bellezza intesa in senso classico, rappresentazioni prive di una base accademica; ma, in fondo, corpi sinceri e vivi.

Pietro Ghizzardi, Gianni Berengo Gardin, 1975 ca.

Pietro Ghizzardi, Gianni Berengo Gardin, 1975 ca.

GHIZZARDI, ANALFABETA SCRITTORE
I colori provenivano dalla terra, dalle piante e dal sangue degli animali; la mano che li ha stesi ha tracciato tratti duri come duro è il lavoro dei campi. Per Ghizzardi la pittura era esercizio quotidiano, malgrado la stanchezza e nonostante i giudizi della gente.
Con l’autobiografia Mi richordo anchora, scritta con linguaggio incontaminato e dotato di una forte espressività, Ghizzardi vinse il Premio Viareggio e fu definito “analfabeta scrittore”. La visita alla mostra consente l’incontro con l’uomo oltre che con l’artista che fu Ghizzardi, attraverso la memoria famigliare ancora viva nei ricordi. L’ambiente domestico della casa-museo conserva la presenza di colui che oggi è considerato uno dei maggiori esponenti dell’Outsider Art: è caldo e avvolgente, semplice e profondo come lui avrebbe desiderato.
“Pietro Ghizzardi aveva i miei stessi umori, anche per la vicinanza del fiume che trascina la mente nella sua corrente”, ha scritto Vittorio Sgarbi.

Anna Vittoria Zuliani

Boretto (Reggio Emilia) // fino al 29 giugno 2015
Ghizzardi/Berengo Gardin
a cura di Giulia Morelli e Nicolò Cecchella
Casa Museo Al Belvedere Pietro Ghizzardi
Via De Rossi 27b
340 5072384
[email protected]
www.pietroghizzardi.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44750/ghizzardiberengo-gardin/

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