Fausto Melotti nel Principato di Monaco. Analisi logica
Villa Paloma, Monaco – fino al 17 gennaio 2016. In una delle due sedi del Nouveau Musée National de Monaco, Eva Fabbris e Cristiano Raimondi allestiscono una mostra sullo scultore e decoratore italiano. Mettendo in luce reti di relazioni con Domus, Giò Ponti, con sua figlia Lisa, Ugo Mulas, Italo Calvino e… Alessandro Pessoli.
FAUSTO MELOTTI SI AFFACCIA SUL MARE
Villa Paloma si affaccia, a partire dalla sommità occidentale del Principato, sulla costa della stretta striscia di terra che lo racchiude, rimanendo ai piedi delle Alpi, a diverse decine di metri sul livello del mare. I tre piani dell’edificio, perfettamente restaurato, fino al 17 gennaio ospitano un percorso su Fausto Melotti (Rovereto, 1901-1986).
Una mostra raccolta sebbene multiforme e aperta, allestita con largo uso di supporti espositivi strutturali, di media differenti, ma soprattutto storiograficamente dedicata al periodo che, tra le due guerre e nel secondo dopoguerra, lascia emergere le vicende umane di un artista italiano, scultore, decoratore e poeta.
Tra l’androne delle scale e l’ultimo piano di Villa Paloma, uno dei due edifici d’epoca che ospitano il NMNM – Nouveau Musée National de Monaco, una ventina di sculture in metallo di diverse dimensioni (da La Barca e La Pioggia alle più metafisiche Metrò Natalizio e Il Circo, indizi di universalità riuniti in Scultura A (Pendoli)), oltre settanta ceramiche, numerose fotografie in bianco e nero di Ugo Mulas, un estratto di un documentario Rai sullo studio di Melotti, un’intervista video e numerosi testi, scritti estratti direttamente da una dozzina di numeri di Domus e consultabili, asportabili direttamente in mostra.
CERAMICHE E ALLESTIMENTI
L’itinerario, non ordinatamente retrospettivo, a partire dalla prima sala e dai corridoi, infatti, prova a stabilire, in linea diacronica, una traccia dei rapporti tra Melotti e l’entourage culturale (da Lisa Ponti a Ugo Mulas a Italo Calvino) negli Anni Cinquanta, milieu sotteso alla rivista diretta da Giò Ponti. Infatti, a seguito della personale dell’artista di Rovereto, nel 1935, al Milione, percorso che viene accolto con enorme scetticismo dalla critica – Carrà ne scriverà in termini netti: “È intelligente, ma non è scultura” – Melotti abbandonerà per diversi decenni l’esposizione delle sue sculture, preferendo concentrarsi sull’ambiguità degli oggetti e sulle sperimentazioni come decoratore, soprattutto fittile.
Grazie anche all’allestimento di Baukuh e Valter Scelsi (ispirati da un progetto di Pier Luigi Nervi per Giò Ponti), la Sala Cinque si trasforma, di conseguenza, in un cuore di sostegno al percorso; ospitando le ceramiche che dalla prima metà degli Anni Quaranta agli Anni Sessanta, tra funzionalità, fragilità e colori brillanti, stabilirono un confronto diretto.
ALESSANDRO PESSOLI: OMAGGIO A UN MAESTRO
Un dialogo interdisciplinare tra la plasmabilità della creta e la plasticità della pittura, dimensioni analizzate dalla scultura. E riunite, in una sorta di impredicibilità del processo creativo, anche nella project room di Alessandro Pessoli (Cervia, 1963; vive a Los Angeles), un omaggio ispirato, parallelo e inconsapevole, a uno dei suoi maestri.
Ginevra Bria
Monaco // fino al 17 gennaio 2016
Fausto Melotti
a cura di Eva Fabbris e Cristiano Raimondi
NMNM – VILLA PALOMA
56 boulevard du Jardin Exotique
+377 (0)98 984860
[email protected]
www.nmnm.mc
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/46702/fausto-melotti/
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