LO STUPORE DELLA NATURA
Sarà capitato a chiunque di rimanere incantato davanti alle meraviglie che la natura ci dona durante il lento trascorrere della nostra vita. Vedute e momenti singolari come un tramonto, un cielo stellato o una distesa marina che si perde all’orizzonte; eppure, ogni volta stiamo lì a guardare quasi fosse la prima volta.
È proprio Lo stupore e il mistero del Creato il titolo ideato dai curatori Tonino Cannata e Paolo Nifosì per la grande antologica dedicata a Piero Guccione (Scicli, 1935), caposcuola del Gruppo di Scicli, ospitata nelle sale dell’ex convento dei padri Carmelitani a Modica. Le ottanta opere in mostra, provenienti da diverse collezioni private, ripercorrono gli ultimi cinquant’anni della sua carriera artistica, dal 1964 al 2014, permettendo di carpire le variazioni tematiche e tecniche lungo il suo percorso di ricerca.
ROMA E IL RICHIAMO DELLA SICILIA
I primissimi anni sono caratterizzati da una pittura materica, dal tratto espressionistico, ma nel volgere di pochi anni si fa più studiata, strutturata. Le opere iniziano ad acquisire maggiore spazialità, come nel caso delle tre tele in mostra Attesa di partire, ombrose, geometriche, parti di un ciclo che rappresenta un periodo ben preciso della vita di Guccione, quello dei suoi primi andirivieni tra Roma e la sua Sicilia.
Gli Anni Settanta sono anni di cambiamento. Troviamo ancora i temi del periodo romano, quali paesaggi, i ritratti di Munch, Bacon, ma vediamo anche instillarsi nella mente il richiamo della sua terra natia, con i suoi paesaggi arsi e soprattutto con la vastità del mare, che d’ora in poi sarà sempre presente nella sua produzione. Inoltre, sul finire dello stesso decennio compaiono i primi ibiscus, fiori emblema della bellezza ma al tempo stesso della fugacità della vita.
I D’APRÈS E IL MARE
Negli Anni Ottanta appare il ciclo dedicato ai carrubi, alberi simbolo degli iblei, e si intensifica la produzione dei d’après. Fra le reinterpretazioni più celebri troviamo quelle di Friedrich, Leonardo, Matisse, per poi continuare fino ai giorni nostri con Caravaggio, Michelangelo, Velázquez e tanti altri.
Dagli Anni Novanta in poi l’attenzione dell’artista sarà sempre più catalizzata dallo studio del mare. Proprio esaminando le varie trasposizioni che ne ha dato nel corso degli anni, è possibile cogliere il passaggio da una pittura particolareggiata a una pittura diafana, disancorata da ogni dove e tendente quasi all’astrazione, ove distese di mare lambite di colore sembrano fondersi in modo armonico con il cielo, in perfetta simbiosi.
Quindi mare e cielo, acqua e aria, due elementi primordiali ai quali Guccione ha dedicato tanti anni della sua vita con l’intento di fissare in immagini l’inafferrabilità e il mistero che essi infondono.
Giovanni Scucces
Modica // fino al 22 luglio 2015
Piero Guccione – Lo stupore e il mistero del Creato
a cura di Paolo Nifosì e Tonino Cannata
Catalogo Salarchi Edizioni
EX CONVENTO DEL CARMINE
Piazza Matteotti
0932 759259
[email protected]
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/45045/piero-guccione-lo-stupore-e-il-mistero-del-creato/
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