Maurizio Nannucci comincia dal Maxxi
MAXXI, Roma - fino al 18 ottobre 2015. Una grande antologica racconta il lavoro di Maurizio Nannucci. Fra poster e neon, la parola è sempre protagonista. Creando enigmi e ponendo domande.
NANNUCCI E GLI EXTRAMEDIA
Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) è uno degli artisti che ha portato con sé dagli Anni Sessanta un’esperienza sempre coerente e in linea con una matrice Neo-Dada e Fluxus che lo conduce a utilizzare tutti gli extramedia in un’esplorazione a 360 gradi delle forme di comunicazione. Ma attraverso ogni medium è sempre la parola la protagonista. E benissimo fa il Museo Maxxi a dedicargli una mostra antologica, una delle migliori di questa stagione museale a Roma.
ALL’INIZIO ERA LA PAROLA
All’inizio era la parola e Nannucci la usa come linguaggio fondante della comunicazione e della costruzione di qualsiasi codice comunicativo. Il testo viene ricollocato e ridefinito attraverso tutte le possibili varianti: la stampa, il libro, il poster, il rotolo, la scritta murale e infine l’esteriorità metropolitana del Neon.
Il neon come medium di comunicazione pubblica viene interrogato in tutti i possibili modi, sia come visibilità sia come colore che crea un riflesso percettivo alla parola, influenzando gli spazi come le parole la mente. Nel lavoro The Missing Poem is the Poem, con frase ripetuta con colori diversi su tre muri, la parola si trova a diversificare lo spazio, così come lo spazio a ribaltare la parola in un labirinto di significati e funzioni. La frase Missing Poem è anche un elogio dell’assenza e del vuoto, del pre-sentimento dell’arte, più nettamente di altri suoi lavori.
CATALOGAZIONI, TRACCE E CONTEMPORANEO GLOBALE
Una catalogazione meticolosa delle opere è raccolta in bacheche come in un museo d’altri tempi, “oggetti parlanti” che conservano un carattere di mistero e non detto. Le opere, collocate in modo non cronologico, rinviano a un piano unificante del suo lavoro, a una trama di significati aperti a un continuo flusso d’idee.
Se l’uso del testo è stato un elemento diffusissimo fra Anni Sessanta e Settanta, l’artista che più assomiglia a Nannucci è forse il tedesco Kosuth. Ma Nannucci è colloquiale, propone delle domande, cerca sempre di creare degli inciampi di senso e piccoli enigmi, mentre Kosuth preferisce una dimensione più letteraria e analitica aperta a dichiarazioni o a citazioni.
La retrospettiva di Nannucci riconferma come certi aspetti degli Anni Sessanta siano rimasti cruciali per la creazione dell’arte di questi anni, di quest’arte sempre più inafferrabile, sempre più ibrida e sempre più sconfinata, ma anche sempre più adatta a dialogare con le culture globali.
Lorenzo Taiuti
Roma // fino al 18 ottobre 2015
Maurizio Nannucci – Where To Start From
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
MAXXI
Via Guido Reni 4a
06 39967350
[email protected]
www.fondazionemaxxi.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/46154/maurizio-nannucci-where-to-start-from/
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