Ippolito Caffi. L’Ottocento di vedute, viaggi e indipendenza
Trieste, Castello di Miramare – fino all’8 dicembre 2015. A pochi chilometri dal capoluogo giuliano, la preziosa retrospettiva di uno dei maggiori eredi del Canaletto. Ospitata nella dimora asburgica dal panorama mozzafiato.
IL LASCITO, LA RETROSPETTIVA
Quella allestita fino all’8 dicembre negli ottocenteschi saloni lignei del Castello di Miramare, residenza dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo affacciata a strapiombo sugli scogli delle rive triestine, è prima di tutto un importante tributo alla carriera del vedutista bellunese e grande pittore itinerante Ippolito Caffi (Belluno, 1809 – Lissa, 1866).
Una carriera la cui produzione principale (160 dipinti, numerosi disegni e quaderni di viaggio) è stata affidata su lascito testamentario della moglie dell’artista ai depositi dei musei civici veneziani nel 1888. È quindi con ancora maggior merito che, a un anno dal centocinquantenario della morte, il progetto espositivo promosso dal Polo Museale FVG restituisca all’occhio degli appassionati e degli esperti del genere quarantuno dipinti da annoverarsi tra le maggiori testimonianze del talento documentario e del gusto compositivo del Caffi.
VEDUTISMO E GUSTO PER LA SCENOGRAFIA
La rigorosa prospettiva dal sapore scenografico, per la quale vinceva giovanissimo un premio all’Accademia di Venezia nel 1830, e l’ampiezza di veduta di ascendenza venezian-canalettiana, sono la cifra costante di tutti gli oli di Caffi.
Il numero di opere esposte a Miramare e la varietà del formato è d’altronde più che sufficiente per apprezzare questo tipo di virtuosismi, che in dosi massicce hanno il grande rischio di annullarsi a vicenda in una monotona sequenza di cieli, sagome e profili architettonici. E per scongiurare un’impressione affrettata di questo tipo, il consiglio è quello di cercare il piacere nei dettagli, nelle gocce di colore vivissimo date a punta di pennello.
Fermo restando che i momenti più alti dell’intuizione compositiva e del talento innovatore di Ippolito Caffi sembrano vivere nei suoi piccoli notturni, atmosferici e sintetici. Un’impressione immediata e vibrante che difficilmente si avverte nei panorami di più ampie dimensioni illuminati dal sole.
IL RAPPORTO CON GLI ASBURGO
Felicissimo l’accostamento della personalità del Caffi a quella del vivace viaggiatore dallo spirito romantico e fondatore della regale dimora di Miramare, Massimiliano d’Asburgo (1832-1867), fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Per l’arciduca austriaco, Ippolito avrebbe dipinto nel 1857 uno tra i suoi più grandi notturni. Ambientata a Venezia e raffigurante le celebrazioni per il fidanzamento di Massimiliano, l’opera è tuttora conservata nel castello triestino e rende gli onori di casa alle tele sorelle provenienti da Ca’ Pesaro.
Il legame tra i due andrà però oltre la semplice committenza e sarà segnato dagli eventi drammatici delle guerre indipendentiste, che vedranno il Caffi inghiottito dalle acque adriatiche nella battaglia di Lissa del 1866 contro la flotta austriaca e Massimiliano fucilato nei domini messicani solo un anno più tardi.
Francesca Coccolo
Trieste // fino all’8 dicembre 2015
Ippolito Caffi –Dipinti di viaggio tra Italia e Oriente
a cura di Annalisa Scarpa
CASTELLO DI MIRAMARE
Viale Miramare
041 2770470
[email protected]
www.castello-miramare.it
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