Gli Humans di Antony Gormley a Firenze
Oltre cento sculture antropomorfe in ferro invadono il Forte Belvedere. L’artista inglese confronta il suo lavoro sul corpo con uno spazio dalla profonda componente storica. E i risultati sono questi.
L’UOMO A N DIMENSIONI
L’installazione Human si compone di sessanta elementi dal ciclo Critical Mass II (1995) e di quarantatré dei Blockworks (2011-15).
Nella sua indagine intorno al corpo, Antony Gormley (Londra, 1950) si è confrontato con varie dimensioni, dalle monumentali di Angel of the North (1995-98) e Horizon Field (2010-12) alle minuscole di Field (American) o Day, entrambe del 1991. A Firenze presenta corpi a dimensione umana.
IL LUOGO DELLA MOSTRA
Il progetto espositivo, curato da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, segue le mostre di Zhang Huan (2013) e Giuseppe Penone (2014) in linea con l’interesse a sviluppare il luogo del Forte Belvedere, riaperto nel 2013, come uno spazio per l’arte contemporanea.
Costruito a fine Cinquecento, per la sua posizione strategica il Forte si ergeva come simbolo di potere e difesa della città, anche se non è mai stato teatro di battaglia. Nel 2013 si concretizza l’intenzione di riaprirlo e di renderlo largamente accessibile ai cittadini.
TANTE (TROPPE?) OPERE
Le figure di Gormley riempiono la struttura, dalle terrazze ai bastioni, dal deposito della polvere da sparo alle scalinate. È un tentativo di comunicare con un edificio pieno di storia? D’altronde la scultura si presta, nel suo essere tridimensionale, a comunicazioni di questo tipo, che si costruiscono per contrasto, per differenza. Dalle parole dell’artista comprendiamo che il suo desiderio è far riscoprire il Forte ai visitatori; camminando osserviamo le sue opere e insieme l’edificio, i giardini, le scalinate, riprendiamo confidenza con il luogo.
Gormley riesce nel suo intento: per timore di perdere uno dei suoi lavori ci scopriamo a tornare sui nostri passi, esploriamo il Forte.
Eppure il numero delle opere, che colpisce a un primo sguardo, rischia di disperdere l’attenzione. Probabilmente la fruizione dell’opera di Gormley, le sue “sentinelle” in particolare, avrebbero giovato di un numero minore di lavori; sembrano aver bisogno di uno spazio di solitudine intorno a loro, che contribuisce alla loro potenza espressiva.
PROGRESSIONE O CIRCOLO VIZIOSO?
È inevitabile che una mostra d’arte contemporanea in un luogo con una forte componente storica presenti problematiche e rischi specifici: comporta un dialogo molto specifico con il luogo, porta a sviluppare un progetto ad hoc.
Al centro della mostra ci sono due adattamenti di Critical Mass II, che è formata da dodici figure antropomorfe che rappresentano una serie di pose del corpo umano, come la contemplativa o il cordoglio, riprodotte ognuna in cinque copie. Queste sculture possono essere orientate in modo differente.
Nella zona est della terrazza inferiore al Forte, le dodici figure sono disposte in una progressione lineare che procede gradualmente dalla posizione fetale a quella completamente eretta che osserva l’orizzonte, evocando l’evoluzione dell’uomo. Sul lato opposto gli stessi corpi sono ammassati in ordine confuso, appaiono come una pila di scarti; qui si rifà alle ombre del secolo scorso, ai lati oscuri del progresso, all’abiezione di cui è capace l’essere umano.
Con l’osservazione Gormley ci invita a riflettere e a dare senso alle sue sculture. Sono involucri in attesa dello sguardo partecipante del visitatore? È possibile ritrovarsi, scoprire inclinazioni, desideri, ricordi investendoli in questi immobili corpi estranei?
Laura Lencioni
Firenze // fino il 27 Settembre
Antony Gormley – Human
a cura di Arabella Natalini e Sergio Risaliti
FORTE BELVEDERE
Via di San Leonardo 1
055 2768224 / 055 2768558
[email protected]
www.musefirenze.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44151/antony-gormley-human/
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