Parigi. Dominique Gonzalez-Foester tra passato e futuro
Centre Pompidou, Parigi – fino al 1° febbraio 2015. Una retrospettiva per Dominique Gonzalez-Foerster, racchiusa fra il 1887 e il 2058. Artista particolarmente longeva? Non esattamente. E intanto la Francia continua a sostenere i propri artisti con grande impegno.
COSA FANNO IN FRANCESI PER I LORO ARTISTI
Da pochi giorni ha aperto al Centre Pompidou di Parigi l’esposizione dedicata all’opera di Dominique Gonzalez-Foerster (Strasburgo, 1965), artista molto nota sulla scena internazionale e che annovera prestigiose personali in istituzioni museali europee quali il Musée d’art moderne de la Ville de Paris (2007), la Tate Modern (2008), il Palacio de Cristal a Madrid (2008) e la Fondation Louis Vuitton nel 2014.
Curata da Emma Lavigne, direttrice del Centre Pompidou-Metz, la mostra Dominique Gonzalez-Foester 1887–2058 si presenta come una retrospettiva: il progetto si inserisce nel contesto di altre retrospettive di artisti contemporanei curate dalla Lavigne, quali quelle di Philippe Parreno, Gabriel Orozco e Pierre Huyghe.
DUE SECOLI E UNA STANZA CHIUSA
Nel titolo della mostra spiccano due date a marcare un arco temporale assai ampio, indicando l’inizio e la fine del percorso artistico della Gonzales-Foerster, o quanto meno delle sue influenze. Il 1887 è infatti l’anno dell’apertura dello Splendid Hotel e della costruzione del Palazzo di Cristallo a Madrid, mentre 2058 è il titolo della sua installazione alla Turbine Hall della Tate Modern di Londra.
In mostra ci sono una trentina di opere che ripercorrono la carriera dell’artista: video, installazioni, libri, suoni. La parte biografica è fondamentale e lo si comprende sin all’inizio, dalla vetrata all’ingresso della mostra: lì svetta un’immagine in bianco e nero rappresentante una foto de Le Grand verre di Marcel Duchamp in occasione della rassegna inaugurale del Pompidou, evento a cui la giovane artista aveva partecipato.
La retrospettiva si articola come un labirinto di sale, struttura cara all’artista in quanto luogo privato e intimo, ricco di storia e memoria, ma anche ambiente di spazio democratico dove chiunque entri si sente a proprio agio. Si tratta quindi di un lavoro sulla memoria che si ritrova anche nella lettura, e nei libri. Troviamo molte citazioni dello scrittore Enrique Vila-Matas, al quale Dominique Gonzalez-Foerster è molto legata e al quale ha dedicato una stanza, la numero 19, chiusa a chiave e non visitabile: solo lo scrittore può accedervi.
LE DISTOPIE DI GONZALEZ-FOERSTER
La mostra prosegue con installazioni immersive e spazi emergenti, dove l’indagine sul luogo e la sensazione di interno o esterno permette allo spettatore di optare per una lettura personale delle opere oppure per aderire a quella biografica dell’artista. Gonzalez-Foerster considera infatti da sempre l’esposizione come medium espressivo, al punto che talvolta il suo ruolo sfuma in quello del curatore, come nel caso di TH 2058 a Londra.
All’interno di questa timeline, come la definisce la curatrice, l’artista ha modo di spaziare geograficamente e temporalmente, nonché di toccare tematiche diverse. All’interno di questo quadro eterogeneo e multiforme si respira una preoccupazione nei confronti del futuro, che affonda radici nel presente, con uno sguardo distopico.
La mostra presenta anche un’installazione di TH 2058 sulla terrazza del Centre Pompidou, realizzata grazie al mecenate del museo Pernod Ricard, e una seconda all’Atelier Brancusi.
Silvia Neri
Parigi // fino al 1° febbraio 2016
Dominique Gonzalez-Foester 1887 – 2058
a cura di Emma Lavigne
CENTRE POMPIDOU
Place Georges-Pompidou
+33 (0)1 44781233
www.centrepompidou.fr
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