Le Corbusier ospita Anish Kapoor
Sullo sfondo della bella Biennale di Lione, la vera perla è da ricercarsi poco distante, a Éveux: la mostra di Anish Kapoor nel convento progettato da Le Corbusier, un capolavoro del Modernismo.
AGUZZATORI DI CERVELLI
Tra le proposte dalla Biennale di Lione 2015, alcuni interessanti percorsi si svolgono “fuori sede”, in quella che urbanisticamente viene definita la Grand Lyon. Tra questi va citato il Laboratoir Espace Cerveau a Villeurbaune, letteralmente un laboratorio artistico-culturale per usare meglio il cervello. Fondato dall’artista Ann Veronica Janssens e da Nathalie Ergino (direttrice dello IAC – Institut d’Art Contemporain) si tratta di un ampio progetto interdisciplinare che coinvolge artisti internazionali, filosofi, antropologi, neuroscienziati, storici, matematici ecc.
UN CONVENTO MODERNISTA
Ma il pezzo forte della Biennale fuori le mura è sicuramente la mostra di Anish Kapoor (Mumbai, 1954; vive a Londra) presso il convento Sainte Marie de la Tourette a Eveux. Progettato da
Le Corbusier con il compositore Iannis Xenakis, è una costruzione sospesa in mezzo ai boschi, su di una collina a pochi chilometri da Lione. Sede di un ordine di frati domenicani, costruito tra il 1956 e il 1960, il convento della Tourette è considerato uno dei maggiori esempi di stile Modernista.
L’edificio è una sorta di perfezione in scala e di sequenze numeriche: contiene 100 stanze da letto, 3 stanze conferenze, 1 biblioteca, 1 refettorio, 1 grande chiesa. Qui il concetto di chiostro (reso impossibile dalle pendenze della collina) è stato declinato in passaggi e ballatoi di cemento armato che collegano le varie sale con l’esterno, grazie anche alle alte aperture e vetrate. Questo doppio livello di loggiati corre intorno all’intero edificio, creando una specie di corona e riparando le celle dei monaci dai rumori e dagli umori esterni. Al piano inferiore si trovano i tipici pilotis di Le Corbusier, pilastri fissati direttamente sul terreno, senza modificarne i livelli, su cui poggia tutto l’edificio, quasi galleggiasse. Sul fianco svetta il campanile, massimo esempio architettonico del vocabolario di Le Corbusier.
KAPOOR FRA I DOMENICANI
All’interno del convento, un giardino austero ospita poche specie botaniche. È qui che incontriamo il primo (e forse più riuscito) intervento di Kapoor, ospite speciale del convento della Tourette. Forte è la relazione tra oggetto, scultura, architettura e luce. Kapoor è presente per incontrare gli ospiti e i giornalisti, insieme al priore del convento. Viene chiesto come la forza dirompente dell’edificio influisca sulla vita quotidiana del monastero e sulle scelte delle opere esposte. Kapoor risponde che “il convento, nella sua nudità ed essenza, trasmette un forte senso di spiritualità, ma anche di melanconia. È un luogo molto quieto, silenzioso, con una relazione di scala e proporzioni interessante. Edificio asciutto senza decorazioni, ben riflette lo stato d’animo dei monaci e dei visitatori in cerca di profondità”. Di fatto, continua Kapoor, “il senso di abisso è ciò che più mi ha colpito, così le mie opere qui sono in perfetto dialogo con i silenzi di LeCorbusier”. E conclude affermando: “Sono molto interessato al linguaggio dei segni e alle loro simbologie. L’artista non deve necessariamente dare messaggi, ma iniziare processi di ricerca”.
Claudia Zanfi
Éveux // fino al 3 gennaio 2016
Anish Kapoor chez Le Corbusier
COUVENT DE LA TOURETTE
+33 (0)4 72191090
[email protected]
www.couventdelatourette.fr
www.biennaledelyon.com
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