Gianni Colombo a Londra. The Body and the Space
Robilant + Voena, Londra – fino al 20 novembre 2015. Anche quest’anno l’arte italiana del secondo dopoguerra è stata l’indiscussa protagonista della Frieze Week. E l’esempio più interessante è nelle sale georgiane della galleria di Robilant + Voena con sedi a Milano e St. Moritz, oltre che nella capitale britannica.
COLOMBO E LONDRA
Dopo Bonalumi, Scheggi e Rotella, questo è l’anno del ritorno a Londra di Gianni Colombo (Milano, 1937 – Melzo, 1993) a cinquant’anni dalla mostra Art in Motion. The random and planned al Royal College nel 1964, a cui fece seguito la mostra In motion, una collettiva sull’arte cinetica organizzata dall’Art Council e curata da Guy Brett nel 1966, e ancora a Pier + Ocean alla Hayward Gallery nel 2000.
La Milano di Gianni Colombo è quella vibrante, rivoluzionaria e internazionale che gravita intorno alla Galleria Azimuth fondata da Enrico Castellani e Piero Manzoni. Colombo sarà uno dei protagonisti della prima collettiva di Azimuth e uno dei fondatori del Gruppo T insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco, grande altra presenza di quest’autunno londinese con la monografica alla Galleria Cortesi a Mayfair.
NASCITA DELL’ESTESIA
Come in Bonalumi e Scheggi, la volontà di Colombo è quella di superare lo spazio della tela, ma il vero intento è quello di coinvolgere e sorprendere lo spettatore. Il superamento avviene attraverso il movimento meccanico o, meglio ancora, usando un suo stesso neologismo, attraverso un’estesia. Nelle parole della curatrice Francesca Pola, “spazi insieme fisici e psichici, in cui avere una diretta esperienza delle nostre relazioni con il mondo, creati per farci riflettere sulla convenzionalità delle nostre azioni più comuni”.
Le opere di Colombo sorprendono e sembrano a un primo approccio estremamente contemporanee e minimali, eppure concepite per muoversi nell’ambiente e creare con lo spettatore un coinvolgimento del corpo della mente e dello spazio.
RICOSTRUZIONI FEDELI
Le splendide sale della galleria entrano nel vortice del movimento meccanico delle opere di Colombo presentando una selezione dei suoi più importanti lavori dal 1959 al 1980. Nella prima sala si possono vedere i suoi primi lavori: le prime sperimentazioni in ceramica (Vocale con accento, 1957) e le più famose opere in movimento dei primi Anni Sessanta: Strutturazione pulsante, Strutturazione acentrica, Strutturazione fluida, Roto-optic e Cromostruttura.
La seconda sala trova come indiscusso protagonista della mostra la meravigliosa ricostruzione dello spazio Topoestesia – tre zone contigue (itinerario programmato) a cui l’artista lavorò per oltre cinque anni dal 1965 al 1970. L’opera è costituita da tre corridoi che lo stesso Colombo definiva “serie di tunnel percorribili a deformazione topologica progressiva” e che indubbiamente fanno vivere un’esperienza destabilizzante allo spettatore. Lo spazio è stato ricostruito perfettamente grazie a un importante lavoro di ricerca e studio negli archivi dell’artista: le immagini e documentazione per la ricostruzione della topoestesia sono state estremamente precise e di aiuto, ci spiega Marco Scotini. Nelle sale del secondo piano è infine presente la serie delle superfici Spazio elastico degli Anni Settanta.
Barbara Martorelli
Londra // fino al 20 novembre 2015
Gianni Colombo – The body and the space
a cura di Francesca Pola e Marco Scotini
Catalogo Marsilio
ROBILANT + VOENA
38 Dover Street
+44 (0)207 4091540
[email protected]
www.robilantvoena.com
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