Henry Moore alle Terme di Diocleziano
Terme di Diocleziano, Roma – fino al 10 gennaio 2015. Mondo romano e mondo contemporaneo a confronto. In un dialogo che si esplicita nella rassegna allestita presso le Aule delle Terme di Diocleziano. Dove osservare l’intero percorso creativo di Henry Moore, uno dei più importanti scultori del Novecento.
UNA RICCA RETROSPETTIVA
A vent’anni dall’ultima mostra italiana, tenutasi a Venezia, Roma accoglie 77 opere di Henry Moore (Castleford, 1898 – Much Hadham, 1986) in una mostra organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazione con la Tate ed Electa, e curata da Chris Stephens e Davide Colombo.
L’esplorazione del mondo, Guerra e Pace, Madre e figlio, Figura distesa e Scultura negli spazi pubblici sono le cinque aree tematiche che raccontano l’arte e la vicenda italiana dello scultore. Attraverso un’accurata selezione di opere – che contempla sculture, disegni, acquerelli, stampe e filmati – si apprezza l’intero sviluppo dell’arte di Moore, dall’interesse per l’avanguardia dei primi anni fino alle più celebri realizzazioni monumentali, passando per i soggetti a lui più cari come quello della madre e figlio e della figura femminile distesa.
IL RAPPORTO CON LO SPAZIO E CON L’ITALIA
Attraverso alcuni prestiti significativi di musei italiani e alla ricca collezione della Tate, possiamo apprendere la cifra stilistica dell’artista e la sua evoluzione negli anni, nei quali ha saputo unire l’abilità tecnica e l’inventiva all’astrattismo e alla ricerca sulla figura umana.
Le grandi aule termali sono l’ambiente adatto a esaltare il binomio tra pieni e vuoti che caratterizza le opere dello scultore, e fa sì che le sculture stesse non solo vivano nello spazio, ma lo creino al contempo, dando una nuova veste allo straordinario complesso termale romano.
Un esempio dello stretto rapporto di Moore con l’Italia è rappresentato da due documentari sulle mostre di Spoleto e di Firenze, da una celebre testimonianza filmata di Moore sulla Pietà Rondanini e da un bellissimo saggio-intervista, inserito nel catalogo, che racconta la personale visione dell’artista su Michelangelo.
“Henry Moore ha sempre visto l’evoluzione della scultura come una linea continua”, dice Nicholas Serota, direttore della Tate, “che unisce l’arte antica a quella contemporanea e fa piacere pensare che, sbarcando nell’antica città di Roma, le sue sculture siano in un certo senso tornate a casa”.
Isabella Calidonna
Roma // fino al 10 gennaio 2016
Henry Moore
a cura di Chris Stephens e Davide Colombo
Catalogo Electa
TERME DI DIOCLEZIANO
Viale Enrico De Nicola 79
www.archeoroma.beniculturali.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47880/henry-moore/
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