Outdoor. Arte pubblica per interni ex industriali
Ex Caserma Guido Reni, Roma – fino al 29 novembre 2015. 30mila mq, un gigante di ferro e cemento sprofondato nel silenzio. L’ex caserma diventerà la Città della Scienza. Dopo anni d’abbandono. Nell’attesa, ad abitarla e rigenerarla, ci pensa Outdoor. Una mostra che coinvolge, ripensando lo spazio con l’arte contemporanea.
OUTDOOR: COSA E DOVE
Chi si aspettava una classica mostra di Street Art, zeppa di murales, sarà rimasto deluso. Esattamente come chi, per partito preso, non tollera che l’arte urbana finisca nel perimetro di spazi chiusi, peggio se istituzionali. Insomma, Outdoor 2015 non è roba per chi ama griglie ideologiche, etichette linguistiche, contenuti-cliché e contenitori noti.
Il tradizionale festival prodotto da NuFactory, con la cura di Antonella Di Lullo, ribadisce la recente inversione di rotta, scegliendo uno spazio di archeologia industriale: nel 2014 l’ex Dogana di San Lorenzo, quest’anno l’ex stabilimento militare di via Guido Reni. 30mila mq di decadenza, fra cumuli di ricordi, macerie, biografie stratificate. Arte pubblica, oltre la piazza e la strada. Perché in quella che diventerà la Città della Scienza capitolina, Outdoor si misura con prove di rigenerazione urbana, ripensando e rinvigorendo un luogo collettivo strappato alla comunità, consegnato all’abbandono, divenuto invisibile. Con l’arte, in questo limbo, che prova a fare la differenza.
LE OPERE
Buona la sintesi raggiunta, che rischia solo un’eccessiva commistione di approcci e background, non sempre tenuti insieme da una linea chiara. Vero minimo comun denominatore? Lo spazio. Tutti e quindici gli artisti hanno modulato il proprio immaginario sulla base di questo scrigno monumentale, della sua pelle, dei suoi contorni, dei relitti e delle voci sepolte. Il risultato è un’avvincente labirinto di installazioni ben studiate.
Dai tre padiglioni di Rub Kandy, tramutati in apparizioni tarkovskiane, tra riverberi lunari sull’acqua, bagliori di specchi ed enigmi metafisici, alla caleidoscopica Vanitas di Insa, re dei GIF-iti: qui la morte ha i colori di un vortice lisergico e il profilo beffardo di un teschio volante; dall’inedito intimismo di Lucameleonte, che fra nastri audio ed immagini rievoca la figura del nonno, un tempo direttore dell’ex caserma, alle escrescenze architettoniche di Graphic Surgery, frammenti infilzati fra le pareti e inghiottiti da sonorità techno; dal writing di Tilt, che innesta il lettering nell’architettura, in un gioco di vuoti, pieni, proiezioni, sovrapposizioni, alle forme organiche di 108, sagome dipinte come ombre nere in espansione; da 2501, tessitore di astrazioni maestose, che invita il pubblico a usare inchiostro e pennelli nel suo immenso laboratorio, un po’ industrial ed un po’ japan, fino ad Alexandros Vasmoulakis, inventore di un tempio del relitto, nei panni di collezionista: nella sua wunderkammern oggetti naufragati, ritrovati, ricatalogati, ossessivamente.
Questo e molto altro, ad Outdoor. Un gigante sul punto di sparire, spalancato temporaneamente all’arte: quella che sceglie il tradimento e la rigenerazione. Delle opere, dei luoghi, dei linguaggi, degli stili.
Helga Marsala
Roma // fino al 29 novembre 2015
Outdoor 2015 – Here, Now
a cura di Antonella Di Lullo (NuFactory)
artisti: 108, 2501, Tommaso Garavini, Graphic Surgey, Insa, Rub Kandy, Lucamaleonte, Filippo Minelli, No Idea, Alice Pasquini, Tilt, Tinho, Uno Alexandros Vasmoulakis, Martin Whatson
EX CASERMA GUIDO RENI
Via Guido Reni 7
[email protected]
www.out-door.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/48258/outdoor-2015-here-now/
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