Joan Miró e gli anni di Maiorca. A Villa Manin la plastica diventa poesia

Villa Manin, Codroipo – fino al 3 aprile 2016. L’ultimo decisivo trentennio del maestro catalano rivive con la mostra “Joan Miró. Soli di notte”. Attraverso tele, stampe, sculture e progetti dell’artista. E a completare la rassegna, molti e intensi scatti d’autore.

MIRÓ E LA PROFONDITÀ DEL NERO
Il nero è il paradiso della pittura”. Mai verrebbe in mente di attribuire una simile affermazione a qualcuno di così immerso nella calda tavolozza del Mediterraneo come Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983). Ma è proprio sull’assolata isola di Maiorca, tra il 1956 e il 1983, che il catalano sviluppa quella che è lui stesso a definire “ossessione” per le profondità che il nero gli ha permesso di sondare, pur nella sua mistica e perenne bidimensionalità. Sono queste le notti cosmiche che hanno ispirato il titolo della mostra allestita a Villa Manin a Codroipo.
La maggior parte delle oltre 250 opere proviene dalla Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di Maiorca, creata nel 1981 dall’artista e attualmente diretta dalla co-curatrice della mostra di Passariano, Elvira Cámara López. “Abbiamo svuotato mezza fondazione”, ammette soddisfatto Marco Minuz, curatore assieme alla Cámara e primo ideatore, due anni orsono, del progetto espositivo.

Joan Miró, Tête, 20 luglio 1976 - olio su tela, 100 x 81 cm - Collezione privata - © Joan Miró, by SIAE 2015

Joan Miró, Tête, 20 luglio 1976 – olio su tela, 100 x 81 cm – Collezione privata – © Joan Miró, by SIAE 2015

STAMPE, OGGETTI TROVATI E CALLIGRAFIA GIAPPONESE
A 63 anni, quando sceglie di ritrovare se stesso nella Spagna insulare, Miró è reduce dalle maggiori esperienze avanguardistiche del XX secolo. Il barcellonese era stato ad esempio tra i frequentatori, assieme a Picasso e Kandinsky, Rothko e tanti altri, delle più attive fucine di incisione e stampa sperimentale europee e americane, come quella di Fernand Mourlot a Parigi o l’Atelier 17, che Stanley Hayter gestiva tra Francia e Stati Uniti.
Familiari nel panorama di allora sono poi i suoi assemblaggi di objets trouvés, che scansano però con delicato lirismo l’impatto materico e provocatorio di colleghi come Rauschenberg e Conner. Per questa sua maturità stilistica, ampiamente documentata a Villa Manin, sarà poi fondamentale la meditativa gestualità calligrafica assimilata in Giappone nei viaggi degli Anni Sessanta.

ARCHITETTURA E MUSICA, INTORNO A JOAN MIRÓ
Quasi tutta la produzione grafica e scultorea di Miró ha visto la luce a Maiorca, nello studio progettato da Josep Lluís Sert nel 1954 e nella vicina residenza Son Boter, acquistata nel 1959. Nel primo gli artisti Teho Teardo e Michele Baggio hanno registrato suoni e immagini delle cose appartenute al maestro, nell’ambizioso intento di traslare nel parziale allestimento dello studio Sert a Codroipo l’intimità che da esse emana.
Il risultato si rivela una sofisticazione non del tutto essenziale alla portata scientifica del progetto, nonostante la testimonianza audiovisiva sia indubbiamente una cifra curatoriale cara all’Azienda Speciale Villa Manin. Lo dimostra la rassegna di conferenze e proiezioni dedicate a Miró, appuntamenti destinati a susseguirsi lungo tutto l’arco dell’evento espositivo.

testo: Francesca Coccolo
videointerviste: Terry Peterle
riprese: Elena Padovese/Vudù Film

Codroipo // fino al 3 aprile 2016
Joan Miró – Soli di notte
a cura di Elvira Cámara López e Marco Minuz
VILLA MANIN
Piazza Manin 10
0432 821234
[email protected]
www.villamanin.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/48673/joan-miro-a-villa-manin-soli-di-notte/

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