Vence riparte da Adel Abdessemed
Fondation Émile Hugues, Vence – fino al 17 gennaio 2016. Adottato da Yvon Lambert, il Museo di Vence collabora al rilancio della cittadina francese amata da Matisse e Chagall. Dopo Andres Serrano, ora tocca ad Adel Abdessemed dare voce agli ambienti del museo.
ABDESSEMED E IL COMPLICE NOUVEL
La mostra dell’ex enfant terrible Adel Abdessemed (Constantine, 1971) è il secondo passo del Museo di Vence, dopo la personale di Andres Serrano, verso la riconquista di un ruolo di primo piano nel panorama espositivo internazionale. Organizzata dalla fondazione intitolata a Èmile Hugues – ministro della cultura del dopoguerra e cittadino emerito di Vence – la mostra raccoglie una trentina di opere, tra installazioni video, sculture e grandi disegni su carta, in cui Abdessemed fa i conti con le guerre, gli esili e la morte dell’innocenza.
La rassegna non ha un curatore ma si avvale della “complicità” di Jean Nouvel, che cura gli allestimenti come se l’esposizione avesse luogo in uno spazio post-industriale: le sale portano i segni della mostra precedente, mentre le opere, incorniciate, sono appoggiate a terra come in attesa di essere appese. Il progetto allestitivo dell’archistar francese non supera però il livello della superficie, nonostante il profondo legame che intercorre tra Nouvel e Vence, sua città di residenza.
UN’ARTE CHE DESTABILIZZA
Emotivamente destabilizzante è, invece, la presenza nella sala del caminetto della silente bambina divenuta icona della guerra in Vietnam. La sua nudità, emblema di tutto ciò che è indifeso, viene esaltata da Abdessemed, che usa avorio di recupero per realizzarla. L’arte proposta dall’artista algerino si avvale di una figurazione concettuale, fredda e spesso anti-sensazionalista, che attraversa i video dedicati alle nature morte così come i disegni a carboncino.
Tra questi spicca una crocifissione di Cristo la cui testa è magistralmente incorniciata dal filo spinato, mentre il piccione armato di tritolo svetta, per discrezione e violenza. I tanti mappamondi, ottenuti da residui di latta e sparsi nelle sale, fanno da interpunzione a una mostra che accoglie anche alcune opere celebri: dal video del padre che suona nudo il flauto alla stella di Duchamp realizzata con l’hashish.
LA REALTÀ È INTERCONNESSA
Chiude la rassegna un trittico video installato nella minuta Chapelle des Penitents Blancs, poco distante dal museo. In uno di essi, la vibrante trasformazione dei simboli delle religioni in elementi decorativi ricorda come per Abdessemed tutto sia collegato senza soluzione di continuità.
Un punto di vista olistico che mira a legare le cose insieme, per costruire la visione di una realtà tragicamente interconnessa.
Nicola Davide Angerame
Vence // fino al 17 gennaio 2016
Adel Abdessemed – Jalousies
FONDATION ÉMILE HUGUES
2 place du Frêne
+33 (0)493 581578
[email protected]
www.museedevence.com
www.collectionlambert.fr
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