519+40. Il risultato? Una mostra su arte ed energia condivisa
Fondazione Pastificio Cerere, Roma – fino al 7 gennaio 2016. Nunzio riunisce undici artisti. Dando vita a uno stream interessante e insolito. Sono affinità elettive?
UNA MOSTRA IN ODORE DI GOETHE
“Anche uomini completamente estranei e indifferenti l’uno all’altro, quando vivono qualche tempo insieme, si svelano reciprocamente l’animo loro, e deve nascere una certa confidenza”. Era fortemente noto a Goethe che luoghi condivisi generano pulsioni che si insinuano mitemente, talvolta in modo del tutto invisibile, tra gli individui. Ciò che viene fuori da queste interazioni è comune alle affinità chimiche, la capacità di alcuni elementi nel legarsi a determinate sostanze piuttosto che ad altre. Così Nunzio (Cagnano Amiterno, 1954; vive a Roma e Torino), un po’ come Goethe fa con i suoi personaggi ne Le Affinità Elettive, sceglie gli artisti a lui cari offrendogli uno spazio già connotato di storia, facendoli “reagire”.
519+40 appare così come un bagno di affinità e di chimica attraverso reazioni energetiche a catena. Il percorso della mostra si apre con una scultura di Nunzio realizzata attraverso un processo di combustione su legno che libera forme nello spazio della parete e termina con un quadro/scultura dello stesso. L’aspetto di rilievo è la datazione dei lavori tutta al presente, un atto, questo, volto forse a trascinare tutte le personalità al nostro tempo, nonostante l’eterogeneità di individualità così definite e la presenza di artisti più storicizzati. Le trame tessute dagli artisti e dal narratore diegetico non sono tra le più chiare a una prima occhiata, tuttavia si costruiscono nel corso della mostra, che necessita d’esser ripercorsa.
INDIVIDUALITÀ NELL’INSIEME
I quadri elettrici finemente realizzati e installati come un antico libro di tavole architettoniche di Micol Assaël, il video di Calixto Ramirez che indaga attraverso il senso del movimento la scultura e lo spazio; il lavoro site specific di Carmine Tornincasa insieme a Frumento, risultato della più recente ricerca artistica di quest’ultimo, accoglie Son of Niobe di Elisabetta Benassi; l’arco di Josè Angelino, in cui l’energia del gas argon fluttua in un sistema autoreferenziale, fa da cesura a nuovi rapporti giocati fra gli artisti e il senso di libertà concesso ad essi si forgia di potere con Ieri mi innamorerò di te di Francesco Landolfi, che inscena una tattoo session in cui la vera opera è stata incisa su pelle.
Il carattere immateriale di questo lavoro si può avvicinare, in un senso più metaforico che reale, agli equilibri precari dell’Escalera de caracol di Jorge Peris la quale, richiamando le fitte scale a chiocciola dell’edificio, si configura come possibili note armoniche prodotte da strumenti che non esistono o che poggiano su altri possibili piani della conoscenza. Il tocco curatoriale qui è il risultato di… “una certa confidenza”.
Eleonora Milani
Roma // fino al 7 gennaio 2016
Nunzio – 519+40
a cura di Marcello Smarrelli
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Via degli Ausoni 7
06 45422960
[email protected]
www.pastificiocerere.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/48868/nunzio-51940/
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