Da Washington a Roma: storia di una collezione
Palazzo delle Esposizioni, Roma – fino al 14 febbraio 2016. Oltre sessanta dipinti provenienti dal primo museo d’arte moderna degli Stati Uniti. La mostra ripercorre più di un secolo e mezzo di storia dell’arte, filtrato dal gusto del collezionista Duncan Phillips. Per un viaggio nel tempo che inizia con il grande Ottocento realista e impressionista e si conclude con un suggestivo tuffo nella contemporaneità.
LA COLLEZIONE PHILLIPS NELLE SUE PAROLE
Era il 1921 quando la collezione di Duncan Phillips (1886-1966) assunse una prestigiosa veste istituzionale, dando luogo a un museo “intimo e raccolto ma anche sede di sperimentazioni in cui presentare l’arte contemporanea accanto a capolavori più noti”: questa la dichiarazione di intenti del fondatore.
Il taglio trasversale e diacronico rappresenta il punto di forza della raccolta che attesta buona parte degli sviluppi dell’arte europea e statunitense, rispecchiando le scelte lungimiranti e l’approccio non convenzionale del collezionista. Uno sguardo e un intuito pienamente moderni si rivelarono fondamentali nella progressiva acquisizione delle opere, anche in vista della diffusione della moderna arte europea in America.
GLI ULTIMI BARLUMI D’OTTOCENTO
Il percorso espositivo ripercorre questa vivida eterogeneità di stili con un’articolazione che consta di sei sezioni complessive, la prima delle quali è dedicata a Classicismo, Romanticismo e Realismo: accanto al filone classicista de La piccola bagnante di Ingres e al tono idillico di Puvis de Chavannes, trova spazio il caldo naturalismo di Constable, di Courbet e di Corot; il Realismo sociale è testimoniato da Daumier, considerato da Phillips un magistrale interprete degli ultimi e dei moti di rivolta ottocenteschi. Interessante e sui generis la presenza del pittore spagnolo El Greco, definito “il primo grande espressionista”, in vista della sua cifra originale: il confronto tra il suo ascetico San Pietro e quello penitente di Goya, ben più terreno, chiarisce le ragioni di questa definizione.
In Impressionismo e postimpressionismo si delinea quella parabola temporale che va dalla resa vibrante e retinica impressionista alla sottile comparsa del subconscio in Redon e ai modi sofferti del tardo van Gogh. Splendida, in questa sala, la fattura delle Ballerine alla sbarra di Degas, come immortalate da un’istantanea.
DA PARIGI A NEW YORK
Protagoniste di Parigi e il cubismo le vedute della bohémien Montmartre di Utrillo e degli scorci cittadini di Bonnard, Herni Rousseau e Dufy, ma anche le plastiche nature morte cubiste di Gris e Braque e le opere picassiane: la guizzante e accesa Tauromachia, La camera blu e Donna con cappello verde, ritratto di Dora Maar, amante e modella di Picasso.
Spaccati di vita privata e di interni si caricano di una valenza psicologica e interiore nella sala dedicata a Intimismo e modernismo, in cui dominano una natura morta di Morandi, l’elegante decorativismo del tardo Matisse di Interno con tenda egiziana e la cifra quasi allucinatoria de Il filodendro di Braque.
La rassegna si conclude con un affondo sull’Espressionismo, dalle sue origini fino a quello astratto che si afferma dopo il secondo conflitto mondiale. Si comincia così con Kandinsky, Soutine, Roualt e Kokoschka e si arriva all’astrazione americana e della scuola di Parigi, passando dall’irruzione gestuale di Pollock alle calibrate campiture cromatiche del Color field painting di Rothko.
Giulia Andioni
Roma // fino al 14 febbraio 2016
Impressionisti e Moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington
a cura di Susan Behrends Frank
Catalogo Silvana Editoriale
PALAEXPO
Via Nazionale 194
06 39967500
[email protected]
www.palazzoesposizioni.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/48794/impressionisti-e-moderni/
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