Scultura in movimento. Alexander Calder a Londra
Tate Modern, Londra – fino al 3 aprile 2016. L’istituzione londinese accoglie la più completa rassegna mai dedicata dall’Inghilterra ad Alexander Calder. Offrendo un dettagliato excursus sul pioniere dell’arte cinetica.
IL MONDO DI CALDER
Uno dei più famosi artisti del Novecento approda nel Regno Unito con una retrospettiva dai grandi numeri. Attraverso cento opere, allestite fra le sale della Tate Modern, Londra rende omaggio ad Alexander Calder (Lawnton, 1898 – New York, 1976) con un percorso di vera e propria iniziazione alla leggerezza. Dai primi esperimenti con le sagome e i ritratti a fil di ferro fino alla grande ossessione per il circo e alle sperimentazioni sui mobiles, l’intero universo di Calder riceve una connotazione ben definita.
VERSO LA SCULTURA
In parallelo agli studi ingegneristici, Calder frequentò un corso di pittura all’Art Student League di New York, che lo spinse a intraprendere una serie di viaggi alla volta dell’Europa. La svolta avvenne a Parigi, nel cuore degli Anni Venti, quando si cimentò nelle sperimentazioni scultoree che Marcel Duchamp non tardò a battezzare con il nome di mobiles.
Ben presto l’artista decise di abbandonare il fil di ferro e di avvicinarsi a un nuovo linguaggio, dominato da un originale astrattismo, influenzato dalla frequentazione dello studio di Piet Mondrian. Iniziò così a farsi strada una bidimensionalità meccanica, trasformatasi poi in una rivoluzionaria tridimensionalità. La spinta verso il movimento e la sfida nei confronti della gravità divennero sempre più impellenti, portando Calder ad abbandonare definitivamente la tela e a mettere in pratica un nuovo approccio alla scultura.
UNA SFIDA ALLA GRAVITÀ
Leggere e autonome, le opere di Calder iniziarono finalmente a sfidare l’aria e il movimento. I mobiles divennero sempre più complessi, cercando equilibri ogni volta inediti e diventando sempre più articolati, con esiti monocromi – come il meraviglioso Snow Flurry del 1948 o Vertical Foliage del 1941 –, policromi, e anche sonori – ne sono un esempio Red Gongs del 1950 e Streetcar del 1951.
La mostra si chiude con la sala dedicata al sublime e iconico Black Widow, un mobile di grandi dimensioni realizzato nel 1948, interamente restaurato in occasione della rassegna e proveniente dall’Instituto de Arquitetos do Brasil, che la ricevette in dono dall’artista.
Barbara Martorelli
Londra // fino al 3 aprile 2016
Alexander Calder – Performing Sculptures
TATE MODERN
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