Nel cuore della Belle Époque. Toulouse-Lautrec a Roma
Museo dell’Ara Pacis, Roma – fino all’8 maggio 2016. Attraverso circa 170 opere, provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest, la mostra ripercorre la breve ma intensa parabola stilistica di Toulouse-Lautrec. Un artista poliedrico e sui generis che riprodusse fedelmente il caratteristico contesto della Parigi bohémienne di fine Ottocento.
UN MANIFESTO PER LA BELLE ÉPOQUE
La personale romana dedicata a Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 1864 – Malromé, 1901) è soprattutto un omaggio alla sua produzione grafica, osservata sia sul piano degli espedienti tecnici usati sia come diretta espressione della società e dei costumi parigini dell’epoca.
Nonostante una certa fama acquisita attraverso la realizzazione di manifesti pubblicitari destinati ai teatri e ai caffè-concerto, per diverso tempo l’opera dell’artista sembra quasi cadere in un cono d’ombra, almeno stando a certa stampa coeva. La sintesi bidimensionale e la qualità essenziale del tratto furono talvolta perfino assimilati alla sua deformità fisica – l’artista era infatti affetto da una patologia congenita che inibiva la crescita delle ossa: “prigioniero di una formula: gnomo, nano, bohème di Montmartre” (dalla rivista La Depêche di Lione). Si può ricordare anche la stroncatura che comparve nel 1901 su Le Courrier français: “Come esistono gli appassionati di corride, di esecuzioni capitali e di spettacoli di questo genere, così ci sono gli appassionati di Lautrec”.
DRITTO AL CUORE DI MONTMARTRE
Al di là di simili commenti, decisamente poco lusinghieri, Toulouse-Lautrec, rivalutato successivamente, ha saputo eternare, con pochi tratti, scene e momenti estemporanei per definizione: il crepitio e il fragore dei locali bohémien di Montmartre dove, nel 1889, aveva aperto il celeberrimo Moulin Rouge, con i suoi spettacoli e le sfrenate danze delle ballerine di can can.
Le stampe, i manifesti e le litografie restituiscono tali atmosfere, rappresentando le dive e i protagonisti di un universo vivido e sfaccettato, come in Divan Japonais, che raffigura la stella del cabaret Jane Avril sullo sfondo di un caffè-concerto allora molto in voga.
La frequentazione dei bordelli vicini all’Opera consente a Toulouse-Lautrec di sviluppare un punto di vista privilegiato sulle “donne della notte”, come titola l’apposita sezione della mostra. La serie Elles ne coglie i gesti più intimi (Donna alla tinozza, La clownessa seduta) grazie all’uso della litografia multicolore, che richiedeva una certa perizia tecnica nella sovrapposizione di molteplici matrici per ottenere l’effetto sfumato.
TEATRO E AVANGUARDIA
Agli Anni Novanta risalgono i lavori per il teatro, con scene e disegni che testimoniano sul piano formale anche qualche debito verso le xilografie giapponesi allora in circolazione. C’è poi il manifesto realizzato per La Revue Blanche, mensile letterario attivo anche sul fronte artistico, che segna l’avvicinamento dell’artista a realtà avanguardistiche come il Theatre Libre e il Theatre de l’Œuvre, in cui confluiscono pure le sue sperimentazioni cromolitografiche.
Non manca, infine, il rimando ad aspetti più personali: la passione per le corse di cavalli, riconducibile all’equitazione praticata da ragazzo di origine aristocratica qual era, le gite al Bois de Boulogne e l’attenta osservazione della donna sulla sdraio di La passeggera della 54.
Giulia Andioni
Roma// fino all’8 maggio 2016
Toulouse-Lautrec
a cura di Zsuzsa Gonda e Kata Bodor
Catalogo Skira
MUSEO DELL’ARA PACIS
Lungotevere in Augusta
06 0608
[email protected]
www.arapacis.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50111/toulouse-lautrec/
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